A quanto ammonta l’assegno delle pensioni INPS con 38 anni di contributi?

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Gli Esperti di Redazione rispondono ai Lettori che chiedono a quanto ammonta l’assegno delle pensioni INPS con 38 anni di contributi. Partiamo dal presupposto che la somma di denaro che si percepirà sarà inferiore rispetto a quella dello stipendio. Per informazioni precise sulla differenza fra l’assegno pensionistico e la retribuzione lavorativa rimandiamo all’articolo “Di quanto si riduce la pensione rispetto allo stipendio?”. Tuttavia il lavoratore che possiede un montante di contribuzione di 38 anni può ritenersi già fortunato. Ciò perché con ogni probabilità la propria carriera professionale non presenta dei vuoti contributivi da colmare.

Ancor più fortunato chi può vantare il possesso di 38 anni di contributi prima di raggiungere l’età pensionabile. Ciò perché il desiderio di moltissimi lavoratori si conferma essere quello di anticipare il pensionamento per godere di maggiore tempo libero. Pur tuttavia, anche chi ha la fortuna di una storia contributiva di 38 anni si interroga sulle perdite economiche che il vantaggio del prepensionamento comporterebbe. Tale preoccupazione rende legittima la domanda di chi si chiede a quanto ammonta l’assegno delle pensioni INPS con 38 anni di contributi. Soprattutto se a formulare simile interrogativo è il lavoratore che a 66 anni intende pianificare l’abbandono della professione.

A quanto ammonta l’assegno delle pensioni INPS con 38 anni di contributi?

Se un lavoratore possiede 38 anni di contributi e desidera presentare domanda di pensionamento a 66 anni può far leva su Quota 100. Ovvero di una misura previdenziale che presuppone un’età non inferiore a 62 anni e una storia contributiva di almeno 38 anni. Accedendo prima alla pensione, il lavoratore  dovrà subire la penalizzazione del coefficiente di trasformazione. E ciò perché il tasso di sostituzione sarà più basso in presenza di un’anzianità contributiva meno lunga.

Per avere idea dell’importo del rateo pensionistico possiamo analizzare il caso concreto di un lavoratore che percepisce un reddito da lavoro di 40mila euro. Con una carriera lavorativa senza buchi di contribuzione, il contribuente che lascia la professione a 66 anni deve preventivare un tasso di sostituzione pari all’72,9%. Ne consegue che, sulla scorta dell’età in cui accede alla pensione e del montante contributivo, l’assegno mensile sarà pari a 2.243 euro.  Su base annua invece l’importo lordo del rateo pensionistico si attesterà attorno ai 29.160 euro.

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