A chi spetta il congedo parentale per il coronavirus

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La chiusura delle scuole fino al prossimo 3 aprile indice a chiedersi a chi spetta il congedo parentale. L’interrogativo si impone con imperante necessità nell’animo di migliaia di genitori che in questi giorni si trovano a fronteggiare situazioni impreviste. Il dilagare del Coronavirus ha scatenato la proliferazione di circostanze imprevedibili e difficilmente arginabili. Sono assai numerosi i padri e le madri che non possono. far leva sul supporto solitamente fornito dai nonni. Anche i nuclei familiari che potrebbero affidare i figli ai nonni non devono, per ovvie ragioni di tutela degli anziani più vulnerabili agli attacchi del virus. Con la chiusura delle istituzioni scolastiche sorge il problema di affidare i figli alla custodia di qualcuno. Laddove ciò risulta impossibile, l’unica soluzione resta quella che i genitori, magari a turno, chiedano la sospensione dell’attività lavorativa.

Voucher baby sitter

A rassicurare i genitori costretti a fronteggiare l’emergenza determinatasi con la chiusura delle scuole, è intervenuta il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Il contributo governativo alle famiglie in difficoltà per la gestione dei figli prevede “un congedo parentale speciale per tutte le famiglie italiane”. Occorre verificare nello specifico a chi spetta il congedo parentale per il coronavirus. Per ora è previsto una sospensione dell’attività lavorativa di 12 giorni che potrebbero diventare 15 in caso di recrudescenza del virus. Sul tavolo delle trattative vi è anche la possibilità di stanziare fondi per l’erogazione di un voucher baby sitter, una sorta di bonus pari a 600 euro. Il personale infermieristico che in questi giorni si sta spendendo oltre l’orario lavorativo potrebbe beneficiare di un voucher baby sitter più consistente.

A chi spetta il congedo parentale per il coronavirus

I beneficiari del congedo parentale sono i lavoratori dipendenti, privati e pubblici. Anche i lavoratori autonomi potrebbero a breve diventare destinatari del supporto governativo. Al vaglio l’ipotesi di estendere il congedo parentale agli autonomi, almeno a quelli impegnati nei settori più vessati dai colpi del coronavirus. La sospensione dell’attività lavorativa spetta a padri e madri di minori di 12 anni, anche se figli adottivi, e copre un periodo massimo di 10/11 mesi.

La retribuzione nei giorni di congedo

La nota dolente riguarda la decurtazione dello stipendio perché il congedo comporta tagli non trascurabili. Il lavoratore si vedrà corrisponderà la mensilità con un’indennità del 30% della consueta retribuzione. Lo stanziamento di ulteriori fondi ipotizzato in queste ore potrebbe far lievitare l’indennità dal 30% al 50%. D’altronde, occorre considerare che a vantaggio dei contribuenti italiani è giunta propizia la sospensione del pagamento di bollette, utenze, mutui fino al 30 aprile. Restiamo in attesa di nuove misure governative che possano risollevare, se non l’economia, almeno gli animi degli italiani.

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