10.000 euro a 1 anno danno più interessi i Buoni fruttiferi postali o i titoli di Stato in questo novembre 2020?

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Si tratta di una quelle domande che ci si pone frequentemente e prima di effettuare una scelta d’investimento. Anche per una ovvia considerazione: i tassi d’interesse mutano costantemente, in base all’andamento generale del mercato. Allora è sempre bene chiedersi se i propri risparmi sono ottimamente allocati.

In quest’articolo, la Redazione di ProiezionidiBorsa metterà a confronto due prodotti molto concorrenti e similari sotto alcuni punti di vista. Tipo di grado di rischio, la tassazione, la garanzia e la durata temporale.

Detto ciò, ci chiediamo se 10.000 euro a 1 anno danno più interessi i Buoni fruttiferi postali o i titoli di Stato in questo novembre 2020. Mettiamo a confronto i due strumenti.

I titoli di Stato a 1 anno

Molto spesso, una prerogativa del piccolo risparmiatore è la ricerca di un prodotto free-risk. Il riferimento è ad una garanzia per quanto più possibile elevata di ritorno integrale del capitale investito.

Al riguardo, i titoli di Stato rispondono a tale requisito e sono particolarmente amati dal popolo dei risparmiatori. Oltretutto hanno una tassazione agevolata al 12,5% (lo staso vale per i Buoni postali) e sono facilmente liquidabili, anche prima della scadenza.

Bene: quanto rendono 10.000 investiti ,su un BOT a 12 mesi? A giudicare dall’ultima asta disponibile (9-12 ottobre 2020) dei BOT a 1 anno, non è proprio quella che si direbbe un’occasione: –0,436%.

Il prossimo mercoledì 11 ci sarà la nuova emissione dei BOT a 12 mesi, vedremo quali rendimenti usciranno alla nuova asta.

Le commissioni bancarie e l’inflazione

Quindi, tra un anno ci ritroveremo con circa poco più di 40 euro di perdita. Va ricordato che le commissioni non si pagano quando i tassi sono negativi o nulli.

Infine, dobbiamo aggiungere anche il conteggio dell’inflazione. Allo stato attuale è addirittura negativa (–0,20% per il 2020), ma questo dato costituisce un’eccezione. Come tale, pertanto, la tralasciamo e la poniamo pari a zero, sia per il caso dei BOT sia nel calcolo del Buono postale.

Tuttavia, essa è quasi sempre positiva. Nella seconda metà del secolo scorso era giunta addirittura a doppia cifra.

10.000 euro sul Buono fruttifero

La nostra  seconda alternativa prende in esame il Buono ordinario di Poste Italiane. Ci consente infatti di uscire dopo 1 anno senza perdere gli interessi maturati. Anche in questo caso, il risultato finale sarà una mezza debacle.

Il rendimento effettivo annuo lordo, alla fine del primo anno, è pari allo 0,05%, mentre il netto è pari allo 0,0437%. Quindi su 10mila euro si avrebbero 4,37 euro netti il 4 novembre 2021.

Come detto, siamo “fortunati” che l’inflazione sia pari a zero, ed inoltre non ci sono spese di acquisto, gestione e rimborso. Infine ci sarebbe l’imposta di bollo, che non pagheremmo, in quanto rimborseremmo  il titolo prima dei venti anni.

Insomma, come si vede, si tratta di rendimenti decisamente irrisori, dove forse l’unico vero grande vantaggio non sarebbero gli interessi riscossi. Quanto piuttosto l’opportunità di togliere la liquidità sul conto corrente o comunque portarla al di sotto dei 5.000 euro. In tal modo non pagheremo, infatti, l’imposta di bollo di 34,20 euro annui.

Il dilemma in merito ai 10.000 euro a 1 anno, danno più interessi i Buoni fruttiferi postali o i titoli di Stato in questo novembre 2020, è “vinto” dal prodotto postale. Questo, ovviamente, solo in base alle attuali condizioni di mercato e non in senso assoluto e nemmeno valido per sempre.

In quest’articolo, infine, esponiamo qual è il miglior Buono fruttifero postale col più alto rendimento.

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