Grazie alla tregua commerciale tra Usa e Cina, i Mercati azionari globali hanno visto rialzi, e sembra tornata la propensione al rischio. Nel mentre, però, il prezzo dell’Oro sembra destinato a un inesorabile crollo.
L’ottimismo “ritrovato”, infatti, incide pesantemente sulla richiesta di beni rifugio come appunto il metallo prezioso. Sia le banche centrali di tutto il mondo che gli ETF hanno visto un calo degli acquisti. Solamente nell’ultima settimana, il prezzo dell’Oro è sceso del 3%, sebbene su base annuale sia ancora in segno positivo di oltre il 20%. Il rally era stato innescato dalle crescenti tensioni commerciali, ma adesso tutto potrebbe cambiare repentinamente.
Prezzo dell’Oro vicino ai minimi storici? Le previsioni degli esperti
Indice dei contenuti
Chi ha investito nel bene rifugio per eccellenza potrebbe dover valutare di vendere in fretta, prima che sia troppo tardi. La situazione globale è ancora incerta, ma la sospensione temporanea dei Dazi da parte di Trump ha innescato meccanismi per lo più positivi per tutti gli attori protagonisti.
Da ricordare, infatti, che al momento il Tycoon ha ridotto le tariffe sui prodotti del Dragone dal 145 al 30% per 3 mesi. Contemporaneamente Pechino ha ridotto il prelievo sulla maggior parte dei beni al 10%, sospeso il divieto di esportazione di prodotti militari e civili e sospeso anche il divieto di commercio/investimento nei confronti di decine di aziende statunitensi.
La “pace commerciale”, però, sta influendo negativamente sulla domanda dell’Oro. Brillano di meno anche gli ETF sull’Oro, che ad aprile hanno visto un’importante flessione. Se la tendenza dovesse perdurare, l’influenza negativa sull’Oro potrebbe rivelarsi ancora più impattante. Sebbene le banche stiano continuando a rimpinguare le loro casse con l’Oro, gli acquisti stanno subendo rallentamenti. Le riserve auree dichiarate in Cina sono aumentate di 2,2 tonnellate in aprile; in totale, ammontano a 2.295 tonnellate, pari al 6,8% delle attività di riserva complessive.
Il ritmo generale degli acquisti è praticamente raddoppiato da quando è iniziata la guerra in Ucraina, ma adesso si è probabilmente giunti al culmine degli approvvigionamenti. Restano però incertezze nelle trattative Usa e Cina, che se fallissero potrebbero innescare un nuovo rally dell’Oro.
Secondo il parere degli esperti, siamo dunque in una fase di consolidamento, e il prezzo del metallo prezioso dovrebbe assestarsi, per i prossimi mesi, intorno ai 3.100 dollari l’oncia. Quest’ampia volatilità, però, dovrebbe mettere in guardia gli investitori meno esperti, che rischiano di ritrovarsi con un “mucchietto di polvere gialla” non più luccicante come un tempo.