Tutte le pensioni anticipate utili misura per misura e come centrarle

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Da 56 a 66 anni e 7 mesi di età oppure senza alcun limite anagrafico. È questo ciò che offre il sistema pensionistico per i lavoratori che non devono quindi necessariamente attendere i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. In effetti, le misure previdenziali previste dal nostro ordinamento sono talmente tante che le occasioni, anche se difficili, per lasciare il lavoro non mancano.

Tutte le pensioni anticipate utili misura per misura e come centrarle

Con invalidità pensionabile pari all’80% almeno, le donne possono lasciare il lavoro a 56 anni di età e gli uomini con 61 anni. Bastano 20 anni di contributi versati.

La misura si chiama pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile e dopo 12 mesi dalla data di raggiungimento dei due requisiti, si può ottenere il primo rateo di pensione. E tra tutte le pensioni anticipate utili è la più vantaggiosa come età. A 63 anni, invece, i lavoratori che rientrano in alcune categorie ben definite possono godere dell’APE sociale. Servono 30 anni di contributi versati per un disoccupato, un invalido o un caregiver. Ne servono 36 per i lavori gravosi e 32 per edili e ceramisti.

La pensione tra usuranti e gravosi

Con 61 anni e sette mesi di età, 35 anni di contributi versati è completamento della quota 97,6, c’è la pensione anticipata in regime usuranti.

Una misura che riguarda determinate categorie di lavoratori tra i quali gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico e gli impiegati nelle linee a catena nelle fabbriche. Misura, questa, che può riguardare anche chi per lavoro svolge le attività durante le ore che vanno dalle 24:00 alle 5:00 del mattino successivo.

Per chi non ha contributi versati prima del 1996, ovvero per i contributivi puri, c’è l’anticipata contributiva che si centra con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati. L’assegno, però, deve essere pari almeno 2,8 volte quello sociale.

A 64 anni di età

Solo per il 2022, almeno fino a oggi, e salvo proroghe per gli anni successivi, a 64 anni si può uscire anche con la quota 102. In questo caso la contribuzione versata utile alla generalità dei lavoratori è pari a 38 anni.

Non esistono limiti di età, invece, per le pensioni anticipate ordinarie. Queste consentono di uscire dal lavoro al raggiungimento della cospicua soglia dei 42 anni e 10 mesi di contributi versati. Soglia questa che riguarda i lavoratori uomini, perché per le donne si scende di un anno, con la contribuzione utile pari a 41 anni 10 mesi.

Disoccupati, caregiver, invalidi e lavori gravosi possono avere accesso anche con 41 anni di contributi versati alla cosiddetta Quota 41 per i precoci.

Serve che almeno un anno, anche discontinuo, sia stato versato prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Per le donne che hanno completato 58 anni di età, se dipendenti, e 59 anni di età, se autonome, entro il 31 dicembre 2021, con 35 anni di contributi c’è anche l’opzione donna.

Infine, per chi è alle prese con lavori gravosi, con 20 anni di contributi l’uscita è possibile a 66 anni e 7 mesi di età. Questo perché sono stati svincolati dallo scatto per l’aspettativa di vita gli addetti a queste mansioni logoranti.

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