Trump, Cina, India, Pakistan, Zelensky, il Papa… ‘un mondo che almeno nel suo governo politico è davvero mal messo’. L’analisi del vecchio Grim

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Commento settimanale del vecchio Grim. Macro / micro / politics: lo smart money aspetta la recessione.

Godot? Il dump money, forse inconsapevolmente, sconta la rolling recession prevista da Cathie Wood? La scorsa settimana è stata quella di una Fed” Ponzio Pilato”; Trump se l’è cercata con i ripetuti attacchi a Powell.

Inflazione e dollaro

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Con un’inflazione attesa well anchored, al netto di un possibile spike di breve, di cui comincio a essere non così convinto per il netto deprezzamento del prezzo del petrolio, un minimo di bias per un eventuale ribasso prospettico dei tassi me lo sarei aspettato da Powell. Tenere i tassi sopra il livello di neutralità, mi sembra un po, eccessivo, nel contesto macro-corrente, eccessivo mi sembra altresì, il proseguimento del qt.

Altra nota di rilievo settimanale è stata la repentina rivalutazione del dollaro taiwanese che potrebbe essere il precursore di altrettante rivalutazioni di valute asiatiche. Wood nella sua nota settimanale lo evidenzia; ipotizzando, a proposito del dollaro di hk, peggato allo usd, una possibile rivalutazione di asset prices domestici, come conseguenza.

In realtà la madre di tutte le possibili rivalutazioni, visti i colloqui correnti tra Bessent e i rappresentanti cinesi, per quanto di difficile attuazione, sarebbe quella dello yuan contro usd. L’impatto che ha nell’interscambio tra Usa e Cina, è rilevante, a proposito di “currency manipulation” spesso invocata da Bessent, con ragione. Bessent, tra l’altro, in settimana invoca l’innalzamento del tetto del debito Usa visto che per agosto resterebbe senza cash. Per quanto semplicistica nel suo concetto, in termini di ppp, la valuta cinese è palesemente sottovalutata; per banalizzare, una vacanza a Pechino rispetto alla stessa a Ny è decisamente meno costosa.

È evidente che sull’andamento dei cambi sono tanti fattori a incidere; la recente svalutazione dello usd contro euro è contro intuitiva, tenendo conto del differenziale dei tassi. A latere del R<R, gli aspetti geo politici oggi contano di più ‘e si intrecciano con quelli economici. Con Putin ormai col piede in 2 scarpe, Trump e Xi, la recente guerra tra India e Pakistan (con qualche avallo cinese? Chissà,) con Trump celere pompiere, Benjamin che continua a essere ostaggio della destra israeliana che vorrebbe che andasse fino in Iran per salvarlo dalle patrie galere, con Trump che frena per non rivedere in alto le quotazioni del greggio, Putin che sembrerebbe almeno a parole, tra una bomba e un’altra, stufo della guerra e che addirittura preferirebbe trattare direttamente con Zelensky a Istanbul. D’altra parte, quel gruppo di “volenterosi” mi sembra una cosa ridicola; composto da Uk che è si è staccato da Europa / euro, da Merz diventato, con i suoi 18 che gli hanno votato contro, nella sostanza un’anatra zoppa, Macron altresì un Renzi francese…insomma un mondo che almeno nel suo governo politico è davvero mal messo.

Cina e Nvidia

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Venendo alla Cina, Jensen (Nvidia) in una recente intervista sembrava non dare molta enfasi ai dazi Trumpiani. Egli asseriva che ormai nell’Ai il 50% dei centri di ricerca mondiali sono cinesi. Aggiungerei a favore di questi ultimi, in un scenario competitivo mondiale, ev car al top – altro che Tesla a giudicare dalla sua disastrosa trimestrale, parimenti per auto a guida autonoma, umanoidi, biotech, pannelli solari, deepseek, web. 3 / tokenization ecc., per non parlare di una sempre crescente forza militare. Ciò, suffraga l’idea di una Cina che, in termini di leadership per innovazione tecnologica e forza militare, è testa a testa con gli Usa.

Due leaders che quando si passa agli aspetti di politica economica sono diversi, più, concentrati sulle problematiche di distribuzione della ricchezza, pur con qualche mitigazione recente, i cinesi, più, adusi alla creazione di valore per gli shareholders, gli americani. In questo contesto, il rischio conflittuale anche militare tra Cina e Usa c’è, ora forse ancora basso.

Come conseguenza, i Cinesi fin d’ora stanno diminuendo i loro acquisti di treasury usa, derivante dal surplus commerciale, a favore dell’oro, memori anche della confisca operata sulle riserve usd dei russi; d’altra parte gli americani non possono più, aver una supply chain troppo concentrata in Cina. Se back home appare costoso, meglio diversificare la stessa su paesi a più forte controllo politico.

Un problema la cui soluzione non può, che essere graduale nel tempo, e che in Usa sembrerebbe bipartisan, e andrebbe gestito con particolare pragmatismo da ambedue le parti, per evitare che sfoci prima o poi in un disastroso conflitto militare. Un banco di prova importante sarà, la gestione politica di Taiwan che non se ma quando dovrà, perdere la sua indipendenza, per tornare cinese.

Trump, vista la peculiarità, del personaggio, non mi sembra affatto adatto, non ultimo il suo” bullismo” da dazi anticinese, a gestire questa delicata fase transitoria. Non a caso in termini di politica estera i suoi maggiori successi sono stati finora verso quei paesi non allineati, quali Arabia Saudita, che necessitano magari di una copertura militare degli americani con una mutua convenienza commerciale, diversamente dalla Cina. Arabia Saudita che per l’appunto aumentando l’offerta di petrolio, contrariamente a ogni previsione quando il prezzo dello stesso era già, in downtrend, ha offerto un assist importante al Taycoon per il contenimento dell,inflazione.

Tornando a bomba, dopo una sorta di normalizzazione dei tassi usa con una settimana che ha visto il 10 yr usa al 4.30% e il 2 yr usa al 3.80%, l’equity dal minimo del liberation day ha effettuato una V shape, grazie alla de escalation da commercial war, riportandosi in settimana a circa 5700 di S&p, limite superiore di un mio ipotetico trading range. È accaduto in termini di flussi che il dump money dei retail investor ha comprato significativamente in questa fase mentre lo smart money, in primis hedge fund e mutual funds, aumentando gli odds recessivi oltre il 50%, hanno venduto a iosa. Questi ultimi colti quindi di sorpresa dalla repentina V shape recovery dell’azionario.

Lasciato fuori dal repentino rialzo, non escludo che pro tempore, sia pure parzialmente, lo smart money rientri in acquisto sull, equity, portando l’S&P 500 anche oltre 5700. A questi livelli non comprerei, se non in modo selettivo / stockpicking. In termini di odds recessivi sarei in linea con Yardeni che ha ridotto dal 45% al 35% gli odds recessivi.

Previsione a 6 mesi

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A mio avviso, almeno nei prossimi 6 mesi prevedo un mercato sia per tassi che equity, da headlines, in trading range. Il dump money, presumo inconsapevolmente, sposerebbe l’idea di una rolling recession prevista da Cathie Wood, una voce fuori dal coro al momento, con principale causa da ricercarsi nell, aumento di produttivita, Usa derivante da Ai/ innovazione tecnologica; uno scenario idilliaco di bassa inflazione e crescita economica: non è il mio base case a 3/6 mesi, più a medio termine.

Cathie, una Lafferiana di ferro, di destra Reaganiana, anti-dazi, è a mio avviso un’apprezzabile macroeconomista, che sinceramente poco c’azzecca con i fondi ark che gestisce, con titoli che, saranno anche il futuro del mondo, ma quasi tutti a oggi profit less.

Fece la fortuna con Ark innovation grazie a una sovra esposizione su Tesla, cui è seguita una disastrosa debacle. Tesla che continua a vedere in prospettiva come ten baggers, 2600 di target; col bitcoin a valori stratosferici nel prossimo decennio. Per la generazione di alfa sarebbe l’opposto del value investing di WB.

Buffet che nella settimana del suo addio vorrei ricordare non tanto per le sue performance, che si commentano da sole – non condivido le male lingue che additano anche sue asimmetrie informative per ottenerle -, ma soprattutto per la sua indefessa coerenza gestionale di value investor per 60 anni, nonché, per la sua affermazione che l’eccessiva diversificazione altro non è che la maschera dell’ignoranza.

La coerenza gestionale è conditio sine qua non per ogni metodo gestionale; a mio avviso ogni strategia d’ investimento va bene, market momentum, growth, value, trading da analisi tecnica, misto, e chi più, ne ha più, ne metta; una volta indicata la metodologia d’investimento è vietato derapare dalla stessa, pena un gran casino.

Quella della diversificazione maschera dell’ignoranza è un monito possente a tutti i gestori attivi; senza estremizzare si possono anche detenere 100/1000 titoli ma se almeno il 50% del portafoglio non è concentrato su 5/10 bet la gestione attiva soccombe quasi sempre verso quella passiva.

Come giustamente Prof Jeremy (Wharton) ha dichiarato, Buffet il miracolo l’ha compiuto gli ultimi 30 anni della sua attività, quando la tecnologia / growth investing ha nettamente sovraperformato il value investing; con un colpo da autentico n 1 quel 40% di apple in portafoglio ha zittito tutti, compreso qualche detrattore che ogni tanto lo accusava di aver perso il tocco da fuoriclasse. La scelta di Apple oltre a fungere da offset di quel 35% corrente di M7 dell’S&P, era tra i growth quella con caratteristiche più, simili a un value stock.

Battuto l’indice anche negli ultimi 30 anni laddove raramente i value investor hanno potuto farlo. Addio Warren, resterai for ever il Papa della città, eterna della gestione attiva! Per finire, ho visto rapidamente che in termini di numeri di anni, negli ultimi 30, il numero degli anni di sottoperformance è di poco inferiore a quello della sovraperformance, talvolta con sottoperformance anche biennale, altro monito per quelli che oggi si “agitano” non appena vedono 6 mesi soli di sottoperformance. Per altri versi, una leggenda che ha avuto dalla sua il” buy for ever”, ovvero il long term condiviso dai suoi investitori che gli hanno consentito di diventare tale.

Habemus Papam e i movimenti dei Mercati in Italia

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A proposito di Papa, è stata questa la settimana di” Habemus Papam”; un Papa che in un suo primo discorso sembra essere andato subito al sodo da buon matematico / agostiniano con il suo discorso sull’eticità,/Ai. Per ironizzarci su, probabilmente da che mondo è mondo ha prevalso l’idea di fondo dell’homo homini lupus, nonostante tutte le encicliche papali indicassero di fare l’opposto. Meglio quindi parlare di eticità, per gli umanoidi che verranno, sperando che ci aiutino a campare meglio.

Finisco con la parte micro, con” l’orticello” domestico che peraltro negli ultimi 2/3 anni avrebbe consentito di fare tanti quattrini; al riguardo la situazione comincia a diventare incandescente sul risiko bancario, con Mediobanca che in termini di ratio verso Bmps si sta sempre più, staccando dal 2.3 dell’opvs, con volumi che venerdì, sono stati enormi: che succede? Non lo so; avrei solo aggiunto per Nagel, ovvero per interposta persona, più, appropriata la domanda sarebbe stata per il Cda Generali, circa un buy back su azioni generali fatto a prezzi massimi per consentire la ineccepibile operazione di Nagel su Banca Generali. C’è un destinatario finale per quelle azioni proprie Generali? Altrimenti ha davvero poco senso per i suoi azionisti.

Termino con una new entry in Italia che ytd già, evidenzia un + 40%, Telecom Italia. Chi si rivede… caso forse unico della più, grande distruzione di valore sul mercato italiano degli ultimi 25 anni, complice anche un contesto operativo da deflazione per la telefonia fissa e mobile devastante, a fronte della necessità di capex rilevanti. Forse i miei 4 pianeti, positioning, catalyst, earning momentum, fondamentali, si stanno allineando, i primi 3 per Warren Buffet conterebbero niente, per me pur appartenendo alla sua razza di value investor, contano tanto perché, nel mio modo di investire market timing is more than half of the battle; per intenderci forse Unicredito è tuttora se non erro ancora -50% dai massimi di 10/20 anni, salvo apprezzarsi x 5 dai minimi degli ultimi 5 anni, a proposito del market timing.

Non entro nel merito dell’analisi fondamentale, rinvio ai research paper di analisti che ne sanno molto piu, di me; mi sembra un titolo da valutare con un “decision tree” cui assegnare delle probabilità, anche condizionate, alle sue numerose opzionalità; da vecchio Grim di mercato penso sia giunto il momento per un buy, a 2/3 anni se tutte le opzionalità andassero in porto, si potrebbe ritornare a rivedere a 0.7/1 eur. Per chi ci crede, il consiglio è non limitarsi ad acquisti da farmacisti ma material memori della lezione di Warren Buffet, the legend.

Bwe