Subito in pensione a 62 anni con 5 anni di anticipo anche nel 2022 e senza Quota 100 è possibile 

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Andare in pensione a 62 anni nel 2022 non è impossibile. Anche se è cessata la Quota 100, l’uscita 5 anni prima è ancora possibile. E per certi versi lo è ancora più facilmente utilizzabile. Ci sono alcuni scivoli che consentono le uscite dal lavoro a chi si ritrova a 5 anni dai 67 anni di età della pensione di vecchiaia. Ma anche a chi si trova a 5 anni dai 42 anni e 10 mesi dalla pensione anticipata (un anno prima le donne).

Subito in pensione a 62 anni con 5 anni di anticipo anche nel 2022 e senza Quota 100

Anche nel 2022 in pensione 5 anni come con la Quota 100. Ma senza i 38 anni di contributi versati della pensione per quotisti. Infatti gli scivoli previsti dal cosiddetto contratto di espansione permettono una pensione già dai 62 anni di età. Grazie a quanto fatto con la legge di Bilancio, la misura è stata prorogata per il 2022 e 2023.

Lo strumento è stato rinnovato dalla Legge di Bilancio 2022 per altri due anni. E potrà essere utilizzato anche nelle imprese con organico di almeno 50 dipendenti. L’organico è molto importante perché lo scivolo è destinato ai lavoratori dipendenti di aziende e imprese, che hanno almeno 50 lavoratori a libro paga.

Come sfruttare lo scivolo di 5 anni

Altri due anni di contratto di espansione e a condizioni più favorevoli del passato sono una valida possibilità per quanti aspirano ad andare subito in pensione a 62 anni. A prescindere dal settore lavorativo i dipendenti potranno ricevere dall’azienda, un assegno di prepensionamento. Infatti è il datore di lavoro che deve erogare (sempre tramite l’INPS) un assegno mensile pari alla pensione maturata al momento dell’uscita  al dipendente.

Per questo serve che l’azienda trovi intesa con i sindacati e che il lavoratore accetti la proposta di prepensionamento. La misura infatti è uno scivolo che da un lato avvantaggia il lavoratore in termini di uscita dal lavoro. Ma da un altro lato mira ad incentivare il ricambio generazionale delle aziende. Inoltre il datore di lavoro potrà sfruttare, per coprire parte dell’esborso da destinare ad ogni singolo lavoratore che entra nello scivolo, la NASPI teoricamente spettante.

Se il lavoratore viene collocato a riposo 5 anni prima del raggiungimento della soglia utile alla pensione anticipata, il datore di lavoro sostiene un’altra spesa. Infatti, oltre all’indennità mensile, il datore di lavoro verserà anche i contributi previdenziali mancanti fino al soddisfacimento della soglia di 42 anni e 10 mesi.

Nel 2022 è facile andare in pensione con questo scivolo, anche perché rispetto allo scorso anno, saranno molti di più i potenziali beneficiari. Fino al 2021 infatti, la misura era destinata a lavoratori di aziende fino a 100 dipendenti. Adesso invece il limite è sceso ad aziende fino a 50 dipendenti.

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