Se mancano fino a 5 anni di contributi INPS per poter andare in pensione le soluzioni sono 3

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Non sempre quando ci si avvicina al momento del pensionamento si è in possesso dei requisiti di accesso. Una carriera spezzata e discontinua, ad esempio, può pregiudicare la possibilità di quiescenza. Anche se ci sono delle misure che permettono di valorizzare la carriere discontinue. Allo stesso modo, interruzioni più o meno lunghe del rapporto di lavoro potrebbero ritardare l’accesso alla prestazione.

Gli anni di contributi potrebbero mancare anche per raggiungere il requisito contributivo per la pensione anticipata. Così come potrebbero servire per raggiungere i 20 anni minimi per il diritto al trattamento di vecchiaia. Se mancano fino a 5 anni di contributi per avere diritto alla pensione le soluzioni ci sono. Vediamo come si deve procedere.

Trovare altri anni di contributi per la pensione

Le soluzioni per aumentare gli anni di contributi ci sono. Da una parte vi è la possibilità di versare i contributi volontari. In questo caso, però, bisogna essere in possesso di almeno 5 anni di contributi già versati. E bisogna mettere in conto che i volontari si versano per il periodo presente e non per vuoti contributivi passati.

Se si devono versare, quindi, 5 anni di contributi volontari bisogna considerare che serviranno almeno 5 anni. I volontari vanno versati trimestre per trimestre per i 3 mesi appena trascorsi. Si verserà, quindi, entro il 30 giugno l’onere per il versamento di gennaio, febbraio e marzo. Entro il 30 settembre, invece, vanno versati i contributi relativi ad aprile, maggio e giugno. E così via. Ovviamente non si può decidere a ridosso dei 67 anni di versare anni di contributi volontari e poi pretendere di accedere alla pensione subito.

Se mancano fino a 5 anni di contributi INPS per poter andare in pensione le soluzioni sono 3

Un’altra soluzione è quella del riscatto dei contributi. Anche in questo caso bisogna sostenere un onere. Ma i contributi che si riscattano sono relativi a periodi del passato non coperti dai versamenti. Ad esempio si può riscattare il periodo che ha portato all’ottenimento della Laurea, o periodi di aspettativa non retribuita. Oppure ancora, periodi in cui vi è stata omissione contributiva.

La terza soluzione, invece, è gratuita e consiste nel richiedere la contribuzione figurativa spettante per un determinato periodo. In alcuni casi, infatti, i contributi figurativi vengono accreditati in automatico, mentre in altri è necessario presentare richiesta. È il caso, ad esempio, dell’anno dedicato al servizio militare che permette di avere 12 mesi di contributi in più, o della maternità al di fuori del rapporto di lavoro. Oppure, ancora, di periodi dedicati alla cura di un familiare invalido. O, ancora, dei contributi che spettano per chi ha invalidità superiore al 74%.

Si tratta, di fatto, di un diritto che al lavoratore spetta il vedersi riconoscere ma per averlo è necessario presentare domanda. E va considerato che questa contribuzione non solo avvicina al pensionamento ma alza anche l’importo dell’assegno.

Approfondimento

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