Scopriamo come risparmiare scegliendo il pellet migliore per la nostra stufa

pellet

Durante la stagione fredda, non possiamo fare a meno di accendere stufe e riscaldamenti. Allo stesso tempo, si tratta di un lusso piuttosto costoso. Per questo motivo, dobbiamo cercare di puntare all’efficienza massima, qualunque sia il nostro sistema di riscaldamento. Con questo obiettivo in mente, scopriamo come risparmiare scegliendo il pellet migliore per la nostra stufa.

In caso, quindi, di stufe alimentate col pellet, nella sua scelta è importante fare attenzione a quattro caratteristiche fondamentali. Queste sono il potere calorifico, innanzitutto, il tasso di umidità, i residui di cenere e la certificazione di qualità. Tutte queste informazioni dovremmo trovarle riportate sull’etichetta, ma anche guardando e toccando il pellet in vendita riusciamo ad avere una buona idea della sua qualità.

Scopriamo come risparmiare scegliendo il pellet migliore per la nostra stufa

La prima cosa che dobbiamo fare quando acquistiamo del pellet è guardare la sua etichetta. Se non riporta le informazioni necessarie indicate sopra, si dovrebbe evitare di acquistare il sacco.

Come detto, il potere calorifico è il parametro forse più importante, perché si riferisce al calore che il pellet riesce ad emettere. Più questo è basso più saremo costretti ad aumentare la potenza della stufa. Non solo, dovremmo anche utilizzare più pellet per raggiungere lo stesso risultato che avremmo ottenuto con una quantità minore di pellet di alta qualità. In sostanza, scegliendo un pellet scarso il risparmio è solo apparente. Un potere calorifico buono si attesta intorno ai 5 kWh/Kg.

Dobbiamo poi considerare quanta cenere viene prodotta dal pellet durante la combustione. Il valore a cui dobbiamo fare riferimento dovrebbe essere sempre inferiore all’1%. Se fosse superiore, vorrebbe dire che la sporcizia accumulata sarebbe troppa, tanto da poter intasare il braciere. Senza contare che richiederebbe una pulizia molto più frequente da parte nostra.

Facciamo attenzione anche al tasso di umidità, che dovrebbe essere inferiore al 10%. Questo perché, se il pellet è troppo umido, avrà minore potere calorifico. Oltretutto, spesso un pellet umido contiene molte resine. Queste, sciogliendosi, si attaccano alle pareti interne della stufa e della canna, rendendone quasi impossibile la rimozione.

Infine, un pellet che vale la pena di comprare dovrebbe avere il simbolo della certificazione di qualità. Quella più diffusa in Italia ed Europa è ENplus. A questa si affianca una delle tre classi in qualità decrescente: A1, A2 e B. Ce ne sono però altre che sono altrettanto attendibili, come la tedesca Din Plus o ÖNORM M7135 e Pellet Gold.

Altri dettagli a cui fare attenzione

Controlliamo che la confezione non abbia buchi da cui possa essere entrata dell’umidità, intaccando il potere calorifico.

I cilindri di pellet dovrebbero essere regolari e non produrre troppa segatura, segno quest’ultimo di un prodotto di bassa qualità. Allo stesso tempo, se i cilindri sono troppo resistenti e non si spezzano al tocco, ciò vuol dire che sono stati utilizzati quelli troppi leganti. Se ne abbiamo la possibilità, immergiamo uno dei piccoli cilindri in un bicchiere pieno d’acqua. Il pellet di qualità dovrebbe galleggiare senza intorbidire l’acqua.

Per ottenere ancora più efficienza energetica, ecco come utilizzare tende e tappeti per riscaldare la casa risparmiando sui consumi.

Consigliati per te