Sarebbe questo il preciso momento dal quale l’INPS deve riconoscere a invalidi e disabili la pensione di reversibilità e non dalla presentazione della domanda

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La morte di un parente è sempre un momento difficile nella vita delle persone. Ad esempio, quando muore un genitore o un nonno i parenti superstiti affrontano momenti molto complicati. Questo tanto dal punto di vista affettivo, ma anche gestionale ed economico. Infatti, nonni e genitori, molte volte rappresentano veri e propri punti di riferimento della vita della persone. Dunque, la loro perdita crea un vuoto incolmabile di tipo affettivo. Anche a livello economico, però, figli e nipoti contano spesso sul sostegno di genitori e nonni.

La loro dipartita può causare grandi problemi per i superstiti perché insieme a loro si perde un’importante entrata. Ed infatti, pochi sanno che se è un terzo a causare la morte di un parente la legge impone al colpevole di risarcire i parenti. Non solo per il danno non patrimoniale provocato, cioè la sofferenza per la perdita, ma anche per quello patrimoniale. La perdita, cioè, delle entrate del parente.

Quando spetta la pensione di reversibilità

Non solo, la situazione si aggrava quando il parente che scompare lascia solo un figlio disabile o inabile al lavoro. In questi casi la perdita affettiva ed economica è ancora più grave. Questo perché, spesso, la persona scomparsa era quella che si occupava del figlio, appunto, sia a livello affettivo che economico. La legge, però non, lascia sole queste persone e prevede degli strumenti per sostenerle. In particolare, uno istituto molto utilizzato è costituito dalla pensione di reversibilità. Bisogna capire cosa sia la pensione di reversibilità e quale sia la sua funzione. Perché proprio sulla base di questa funzione, la Corte di Cassazione, con la recente ordinanza 18400 del 2022, ha chiarito un punto importante.

Non alla presentazione della domanda ma il momento da cui l’INPS deve riconoscere questo sostegno economico sarebbe diverso. Infatti, i giudici spiegano che la pensione di reversibilità è un sussidio economico corrispondente ad una percentuale della pensione del defunto. La legge attribuisce questo sussidio ai familiari del defunto quando abbiano alcune caratteristiche. Ad esempio ai figli minori di età, oppure quelli che stanno ancora studiando.

Sarebbe questo il preciso momento dal quale l’INPS deve riconoscere a invalidi e disabili la pensione di reversibilità e non dalla presentazione della domanda

Non solo, ma anche ai figli disabili e inabili al lavoro. La Corte ha sottolineato che la misura ha lo scopo di proteggere il superstite in difficoltà dalle conseguenze economiche negative causate dalla morte del parente. Dunque, è un sostegno che va attribuito il prima possibile per essere effettivo. Il momento, allora, da cui spetta, e da cui l’INPS deve iniziare a riconoscerlo, non coincide con il momento della presentazione della apposita domanda. Corrisponde, invece, al primo del mese successivo rispetto alla morte del parente, e non, invece, dal mese successivo alla domanda all’INPS. Dunque, sarebbe questo il preciso momento dal quale l’INPS dovrebbe riconoscere la somma economica a invalidi e disabili.

Approfondimento 

Non solo niente pensione di reversibilità ma ai figli che superano quest’età non spetta neppure quest’altra importante somma di denaro

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