Reddito di cittadinanza, ecco perché stranieri e giovani adesso devono rimboccarsi le maniche

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Il dietrofront del Governo sui redditi di cittadinanza agli stranieri. La giravolta di Salvini e Meloni sul reddito di cittadinanza ai non italiani. Il WEB e parte della stampa stanno criticando il fatto che durante la campagna elettorale delle ultime politiche l’attuale Governo aveva promesso di eliminare il reddito di cittadinanza e soprattutto di renderlo una misura poco fruibile da stranieri e giovani che possono lavorare.

Critiche che secondo noi sono fatte come uno spot senza analizzare bene ciò che il Governo sta facendo per quanto concerne il sussidio e come sta nascendo la nuova misura dell’assegno di inclusione.

Reddito di cittadinanza, ecco perché stranieri e giovani adesso devono rimboccarsi le maniche

Al posto del reddito di cittadinanza il Governo ha deciso di varare una nuova misura che si chiamerà assegno di inclusione. Questa nuova misura partirà come il reddito di cittadinanza da 500 euro al mese più 280 di componente per l’affitto imputato. In pratica, il sussidio compreso il rimborso del canone di affitto mensile che eventualmente pagano i beneficiari, resta invariato.

Cifre queste che fanno riferimento al singolo individuo perché anche l’assegno di inclusione come il reddito di cittadinanza salirà di importo in base alla composizione del nucleo familiare. L’assegno di inclusione non sarà fruibile da chi ha un nucleo familiare composto esclusivamente da soggetti di età compresa dai 18 ai 60 anni non ancora compiuti. In pratica questa è già una prima sforbiciata al sussidio dal momento che oggi il reddito di cittadinanza non prevede limiti di età. Pertanto, molti stranieri e molti giovani che oggi prendono il reddito di cittadinanza e magari lavoravano in nero oppure sceglievano il sussidio al posto di lavorare, dovranno rimboccarsi le maniche l’anno prossim. Perché questa misura non li comprenderà nei beneficiari.

Ecco la stretta di cui i critici non parlano per l’assegno di inclusione

Molti sostengono che spesso gli stranieri hanno famiglie numerose a tal punto da prendere molti più soldi di sussidi rispetto alle famiglie italiane che notoriamente fanno meno figli. Questa è una realtà e quindi nessun dubbio al riguardo. Il dato di fatto però è che con l’assegno di inclusione le cifre di aumento del sussidio in collegamento con la composizione del nucleo familiare subiscono una stretta. Oggi siamo abituati al reddito di cittadinanza che sale in maniera più o meno progressiva in base al numero dei componenti la famiglia. Esistono le scale di equivalenza, che tengono conto del numero dei componenti una famiglia e che arrivano a far prendere alle famiglie più numerose, cifre che superano abbondantemente i 1.000 euro al mese.

Riflessioni

Con l’assegno di inclusione invece, il sussidio aumenterà solo in considerazione dei componenti un nucleo familiare, invalidi, minorenni o over 60. In altri termini, una famiglia composta da un single di 62 anni di età, prenderà 500 euro al mese.

La stessa cifra di una famiglia composta da un soggetto di 62 anni (magari il padre), e due figli di 18 e 20 anni. Non si può negare che si tratta di una sonora stretta. Famiglie di stranieri o famiglie composte da molti occupabili, non potranno utilizzare l’assegno di inclusione come oggi utilizzavano il reddito di cittadinanza. Cioè prendendo cifre forse sproporzionate che di fatto consigliavano molti a non cercare lavoro. Evidente la volontà di tutelare, passando dal reddito di cittadinanza all’assegno unico, le famiglie realmente bisognose con fragilità al loro interno. 

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