Questo libro ambientato a Palermo può essere di ottima compagnia per l’estate e donarci ristoro profondo per una lettura che scorre veloce

Palermo

Probabilmente pensato per ragazzi, ma è ideale per gli adulti. Per tutti noi incapaci o non desiderosi di introversione. Di guardarci dentro con tutti e due gli occhi. Il libro ha il titolo “Ciò che inferno non è” di Alessandro D’Avenia. Per un attimo rimanda la mente del lettore alla celebre citazione di Italo Calvino nel romanzo “Le città invisibili”.

La trama

Indice dei contenuti

Ambientato a Palermo in particolare nel quartiere Brancaccio, la storia ha per protagonista un giovanissimo Federico e il suo insegnante. Troviamo da subito i programmi di vita di lui contro un imprevisto della vita ordinaria. Un incontro e una proposta che portano il giovane, di buona famiglia, ad immergersi nella realtà difficile di un quartiere ghetto della città. Federico doveva solo prestare le sue forze per un aiuto di tipo solidaristico (guidato dal docente) ai suoi coetanei. Ai giovani residenti in quell’angolo scuro del capoluogo siciliano. Il primo giorno il giovanissimo torna a casa senza la sua bici e con il labbro ferito. Scopre una realtà per lui nuova. Segnata e dominata dalla malavita e dall’assenza delle istituzioni.

Il docente

Questo libro ambientato a Palermo può essere di ottima compagnia per l’estate e donarci ristoro profondo per una lettura che scorre veloce. In particolare, il romanzo è improntato sulla vita di don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993 a Palermo. La sua figura è impersonata dal docente di Federico, denominato “3P”. É lui a chiedere al ragazzo un aiuto nel quartiere Brancaccio quando Federico stava per partire per la sua vacanza studio ad Oxford. Nonostante un impatto a dir poco scioccante con i coetanei del quartiere, il ragazzo non riesce più a partire. Trascorre l’estate a Brancaccio, nel passato luogo simbolo della malavita siciliana.

Il senso

Ci sentiamo si suggerire la scelta di questo romanzo perché, come leggiamo dal testo, “parla di noi, della possibilità di riconoscere anche in mezzo alla polvere ciò che inferno non è”. Ma solo “se abbiamo la capacità di tornare a guardare la vita con gli occhi dei bambini che siamo sempre stati”.

Ecco perché questo libro ambientato a Palermo può essere di ottima compagnia per l’estate e donarci ristoro profondo per una lettura che scorre veloce. Per riflettere senza fatica e trovare ristoro attraverso il racconto di altre vite che però riguardano anche la nostra.

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