Quando si può contestare una fattura?

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Quali sono i termini affinché il contribuente faccia valere il diritto di contestazione di una fattura che ha ricevuto al proprio indirizzo? E quali situazioni descrivono la possibilità di avviare una opposizione al pagamento? In questa breve guida gli Esperti di ProiezionidiBorsa vi spiegano quando si può contestare una fattura e quali termini si devono rispettare.

Cosa fare in caso di prestazione inesistente

Avete ricevuto una fattura di pagamento da parte di un’azienda per un servizio che, di fatto, non avete mai ricevuto. Malgrado i solleciti telefonici che avete effettuato circa l’annullamento del documento, nulla è accaduto e sul vostro conto pende il pagamento di tale fattura. Avete scelto giustamente di non pagare ma ora è giunta al vostro indirizzo una lettera da parte di un legale che vi sollecita al pagamento. Che fare in questi casi? Come si procede?

La soluzione possibile risiede nella contestazione della fattura. Ecco perché vi mostriamo quale procedura dovete seguire ed entro quali termini. In questi casi, tenete conto che il creditore potrà muovere contro di voi un decreto ingiuntivo nei senza che ne siate informati. Questo è quanto regolamenta l’art. 633 e ss. Del Codice di procedura civile. Difatti, il presunto debitore viene a conoscenza del decreto solo successivamente alla sua emissione ed ha l’obbligo di pagare entro 40 giorni. Se trascorrono questi termini, il debitore può acquisire i diritto all’avvio del pignoramento nei vostri riguardi.

Quando si può contestare una fattura?

Per rispondere alla domanda iniziale, possiamo dire che non esistono dei veri e propri termini. Tuttavia, un’azione celere è sicuramente auspicabile e vi spieghiamo il perché. Quelli che conosciamo in base alle Legge sono i termini di prescrizione che riguardano il recupero del credito e corrispondono a: 10 anni nel caso di contratti, 5 anni per le bollette e 3 per le fatture di professionisti. Abbiamo detto che è preferibile contestare subito un sollecito formale di pagamento, e quindi vediamo cosa fare.

In prima battuta è bene procedere alla contestazione inviando una raccomandata A/R oppure una PEC all’indirizzo del creditore. Nel caso in cui si decida di non contestare una fattura, è possibile contestare l’eventuale decreto ingiuntivo. È opportuno ricordare che la mancata contestazione della fattura, di per sé, non costituisce una prova di ammissione del debito. Tuttavia, è sempre opportuno agire in direzione di una opposizione formale che sia dimostrabile in sede di giudizio. Ecco, quindi, quando si può contestare una fattura.

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