Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2023

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La caduta del Governo Draghi ha lasciato in sospeso molte riforme. E tra queste pure la revisione strutturale del sistema pensionistico nel nostro Paese. In verità il Governo italiano guidato dall’ex presidente della BCE era intervenuto sulle pensioni con la Legge di Stabilità per il corrente anno. Ma apportando sostanzialmente dei ritocchi come il passaggio dalla Quota 100 alla Quota 102.

E per questo l’Esecutivo aveva istituito con i Sindacati ben tre tavoli di confronto sulla riforma delle pensioni che, pur tuttavia, ora sono su un binario morto. Si tratta, nello specifico, del tavolo di riforma sulla flessibilità in uscita, quello sulla previdenza complementare e quello sul tema relativo alle pensioni dei giovani e delle donne. Dalla possibilità di introdurre la cosiddetta pensione di garanzia per i giovani lavoratori, all’istituzione di Bonus previdenziali per le donne con figli.

Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2023

Ed invece, per tutto questo, si dovrà attendere il prossimo Governo. Ovverosia quello che uscirà dopo le elezioni politiche di settembre. Ma detto questo, misure strutturali come la pensione di vecchiaia nel 2023 non sono in ogni caso a rischio.

In quanto si tratta di una misura che è collegata alla speranza di vita. Ed in ogni caso non è mai entrata nei tavoli di riforma. In più, su quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2023, questi resteranno invariati rispetto al corrente anno.

Ovverosia, pure per il prossimo anno il lavoratore, per andare in pensione con l’assegno INPS di vecchiaia, dovrà rispettare il requisito anagrafico dei 67 anni di età. E quello dei 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Quali sono le misure a rischio nel 2023, da Quota 102 a Opzione Donna

E se la pensione di vecchiaia nel 2023 è certa, con gli stessi requisiti del 2022, lo stesso non dicasi ad oggi per tre misure di pensionamento anticipato in essere. Ovverosia, per l’Ape Sociale, per l’Opzione Donna e anche per la Quota 102. Per saperne di più occorrerà attendere almeno l’arrivo dell’autunno. Ovverosia, dopo le elezioni politiche e dopo la formazione del nuovo Governo.

La prossima riforma delle pensioni dipenderà anche dal colore che avrà il nuovo Governo. Ovverosia, un Governo di centrosinistra oppure un Esecutivo di centrodestra. Con Forza Italia che, secondo quanto dichiarato dal suo leader Silvio Berlusconi, punta ad alzare le pensioni minime. Portandole mensilmente a non meno di 1.000 euro per tredici mensilità. A patto chiaramente di riuscire a trovare le coperture.

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