Qual è la nuova moneta anti-crisi che risolleva le entrate

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Un focus per capire qual è la nuova moneta anticrisi che risolleva le entrate. Un detto raccomanda di “fare di necessità, virtù”. E così dalla necessità di avere più denaro a disposizione, si è arrivati alla virtù del “Pignurin”. Un nome che quantomeno foneticamente richiama il concetto giuridico del pegno. Ed in effetti, il Pignurin è una sorta di pegno, sottoforma di cartamoneta. Una nuova moneta su cui ad Ospedaletti, in provincia d’Imperia puntano molto. Cerchiamo quindi di capire meglio qual è la nuova moneta anti-crisi che risolleva le entrate.

Come i negozi battono moneta

Qual è la nuova moneta anti-crisi che risolleva le entrate? E’ già da qualche giorno che nei negozi convenzionati è cominciata la circolazione dei “pignurin”. Per ogni dieci o quindici euro di spesa si riceve quindi un “pignurin”, da utilizzare in uno dei vari esercizi commerciali che hanno aderito all’iniziativa. L’intento è quello di contribuire a far ripartire l’economia. La speranza dichiarata, a chiare note, anche dal primo cittadino di Ospedaletti è che il progetto pilota, per ora in via di sperimentazione fino al 30 settembre, possa espandersi su scala nazionale.

Come funziona l’iniziativa

L’esercizio commerciale aderente rilascia la nuova cartamoneta, in prima emissione, sotto forma di buono sconto, sulla spesa fatta dal consumatore. A questo punto, il consumatore potrà utilizzare i buoni, che si presentano come una vera e propria cartamoneta, per acquistare direttamente presso altri esercizi commerciali aderenti. C’è quindi chi ha fatto spesa di pane, chi si è pagato la colazione al bar e via discorrendo. E’ bene anche evidenziare come non siano stati posti dei limiti al tipo di attività commerciale e ai prodotti da coinvolgere nel circuito. Per cui, è più che sufficiente che il negozio abbia aderito, per poter pagare in “pignurin”.

Come avviene la monetizzazione finale

Dal lato consumatore è quindi chiaro quale sia l’interesse. Vediamo ora di capire cosa accade dal lato del commerciante, che si ritrovi con un tot di “pignurin” in cassa. A questo punto, il commerciante che, tra dare e avere, avrà accumulato dei “pignurin”, potrà monetizzare la cifra in euro. Sembra infatti che sia stato istituito un apposito fondo cassa, grazie anche al contributo dell’amministrazione comunale e a Confcommercio. Un progetto pilota che, se continua a ricevere i consensi dell’inizio, potrà pure essere rinnovato ben oltre il mese di settembre.

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