Se c’è una novità sulle pensioni che rischia davvero di essere di notevole importanza per molti lavoratori questa novità è l’estensione della platea dei beneficiari della pensione ordinaria.
Il Governo Meloni ha introdotto una grandissima novità al riguardo perché anche chi fino ad oggi è stato escluso dalla pensione o dall’assegno sociale. Questo grazie alla manovra di Bilancio adesso potrà avere accesso alla sua quiescenza.
Prenderà la pensione nel 2024 anche che fino ad oggi ne era escluso
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Vengono definiti comunemente come contributivi puri e sono soggetti che hanno il primo accredito contributivo a qualsiasi titolo versato successivo al 31 dicembre 1995. Questi lavoratori si sono trovati di colpo a fare i conti con i grandi inasprimenti introdotti dalla riforma Fornero. Infatti rispetto a chi ha i primi contributi versati prima del 1° gennaio 1996, i contributivi puri sono stati da tempo assoggettati ad un vincolo ulteriore rispetto.
Questi lavoratori fino al 31 dicembre 2023 non possono avere accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria se non raggiungono un importo minimo dell’assegno che non può essere inferiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Significa una pensione nell’ordine di circa 750 euro al mese. Chi arriva ad un importo inferiore, non può lasciare il lavoro. Ma da gennaio cambia tutto, e prenderà la pensione nel 2024 anche chi oggi ne è escluso per il limite prima citato.
Via libera a quella di vecchiaia per i contributivi puri
Questi lavoratori per via di questo vincolo si sono ritrovati a non poter andare in pensione nonostante 67 anni di età e nonostante 20 anni di contributi versati. Oltretutto ci sono lavoratori che per via del reddito sopra determinate soglie, non hanno potuto percepire nemmeno l’assegno sociale. Infatti i limiti di reddito per percepire l’assegno sociale a 67 anni, per il 2023 sono stati pari a 6.542,51 euro per i single, e 13.085,02 euro per i coniugati.
Quindi, molti contribuenti si sono trovati senza la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia per via del vincolo dell’importo. E senza la possibilità di accedere all’assegno sociale, per via dei limiti reddituali. Ma da gennaio il Governo ha deciso di cancellare il limite della pensione non inferiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Quanti hanno oltre 67 anni di età e provengono da reiezioni delle loro vecchie domande di pensione, adesso potranno ripresentarle. Con notevoli possibilità in più di arrivare finalmente a prendere un trattamento pensionistico di cui probabilmente avevano perduto le speranze.