Pochi sanno che l’ex marito non può ridurre l’importo dell’assegno divorzile anche quando sostenga queste importanti spese

divorzio

Abbiamo già visto i presupposti e quando spetta l’assegno divorzile. Si è visto come la funzione dell’assegno stesso sia cambiata e si sia evoluta nel tempo. In origine era uno strumento per far mantenere alla moglie il tenore di vita tenuto in costanza di matrimonio. Oggi, invece, assume una funzione principalmente compensativa. Nel senso che viene utilizzato per riallineare il divario economico tra i coniugi.

Se è visto, infatti, che il giudice, per attribuire questo assegno, si basi sulle indicazioni della articolo 5 della Legge su divorzio. Tra i criteri che deve prendere in considerazione, la durata del matrimonio, il contributo di ciascun coniuge alla comunità familiare, le cause dello scioglimento del vincolo. Come detto la funzione principale è quella compensativa. Uno dei due coniugi, infatti, potrebbe avere rinunciato alle proprie aspettative lavorative per dedicarsi alla famiglia.

Pochi sanno che l’ex marito non può ridurre l’importo dell’assegno divorzile anche quando sostenga queste importanti spese

I coniugi, cioè, potrebbero essersi divisi i compiti. Uno sceglie di dedicarsi alla cura della famiglia e dei figli, l’altra alla carriera professionale. Questo comporta che, eventualmente, al momento della separazione vi sia una sproporzione reddituale pesante e ingiusta. Infatti, entrambi hanno contribuito, in modo diverso, alle esigenze familiari. Non è corretto che l’una/o si avvantaggi dei progressi lavorativi fatti anche grazie alle rinunce dell’altra/o.

Questa è, sostanzialmente, oggi la funzione dell’assegno di divorzio. È vero, però, che gli strascichi di un vincolo matrimoniale, spesso, non si esauriscono con l’attribuzione di un semplice assegno. Vincoli affettivi e anche economici possono legare tra loro i coniugi. Proprio dei vincoli economici si è occupata la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 12784 del 2021. Pochi sanno che l’ex marito non può ridurre l’importo dell’assegno divorzile anche quando sostenga una serie di spese ulteriori rispetto all’assegno periodico. Nel caso di specie entrambi i coniugi svolgevano normalmente un’attività lavorativa.

Le spese ulteriori all’assegno

Entrambi avevano acceso un mutuo per il pagamento delle rate della casa familiare. L’ex marito chiedeva una riduzione dell’assegno divorzile perché il giudice assegnava la casa familiare all’ex moglie. Dunque, il marito chiedeva un riduzione dell’assegno affermando di pagare tanto le rate del mutuo quanto la somma divorzile periodica.

La Cassazione spiega che non esiste questo automatismo invocato dal marito. Non è perché egli sostiene spese ulteriori rispetto all’assegno che questo può essere, per questo solo fatto, ridotto. Infatti, l’entità dell’assegno divorzile dipende, come ricordato, dalla sua funzione compensativa. Bisogna verificare, caso per caso, se il soggetto che riceve l’assegno, in questo caso l’ex moglie, abbia rinunciato ad occasioni lavorative per dedicarsi alla famiglia. Questo a prescindere dal fatto che, al momento del giudizio, lavori normalmente. Infatti, se l’ex moglie ha rinunciato ad aspettative lavorative importanti in favore della famiglia, ben può essere l’ex marito tenuto a pagare l’assegno divorzile ed eventuali ulteriori spese.

Approfondimento 

In questo caso l’ex marito può recuperare la casa assegnata dal giudice all’ex moglie e smettere di pagare il mantenimento dei figli

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