Il prezzo dell’Oro è stabilito da numerosi fattori, ma in momenti di caos economico (ma anche di equilibri geopolitici) tende a salire enormemente. Abbiamo infatti assistito a questo fenomeno proprio di recente, cioè da quando Donald Trump è salito alla Casa Bianca. L’Oro, così come alcuni altri metalli preziosi, è ancora considerato un bene rifugio, e questo deriva da una sorta di posizione concorde a livello globale. In sintesi, ogni Paese seppur diverso in fatto di cultura, politica, economia o struttura sociale, considera l’Oro come un asset di alto valore, sempre commerciabile.
Incertezza economica e prezzo dell’Oro, una inscindibile accoppiata.
Parlando di Oro come bene rifugio potremmo chiederci: ma perché proprio “bene rifugio”? Come suggerisce il termine, questo metallo prezioso è considerato come un’àncora di salvezza in caso di crisi economiche, guerre o shock dei Mercati. L’Oro è sempre stato utilizzato come merce di scambio e anche come accumulo di ricchezze. Monete, pepite, oggettistica… tutto ciò che è fatto d’oro può permettere di salvare il capitale nei momenti più difficili. La storia ci dà ampie conferme di questa dinamica, ecco perché ancora oggi possedere titoli in oro (ve ne sono davvero di molte tipologie) oppure oro fisico è una strategia di diversificazione del portafoglio praticamente indispensabile.
Per quanto riguarda invece le oscillazioni del prezzo di questo metallo prezioso, è evidente che spiccano verso l’alto quando c’è forte domanda. Proprio com’è successo di recente, quando le banche mondiali cominciano a fare scorta di Oro (perché appunto temono crisi finanziarie o di altro tipo), chi possiede i titoli dell’asset li vende… a caro prezzo. Si tratta di una semplicissima regola di Mercato, che vale per tutti gli asset: quando c’è domanda il prezzo si alza e quando c’è poca richiesta il prezzo scende.
Altri fattori che fanno lievitare l’Oro
Non è però l’unica dinamica, quella della domanda/offerta, che va a definire il prezzo dell’Oro; infatti anche altro può innescare un rialzo, come ad esempio il taglio dei tassi sugli interessi. In questo caso gli investitori potrebbero preferire altri asset, come ad esempio le obbligazioni, o attendere un rialzo dei tassi per vedere una diminuzione del prezzo del metallo prezioso. Anche l‘aumento dell’inflazione tende a far salire il prezzo, poiché gli investitori (anche le famiglie e i retail) ricorrono all’acquisto di oro per difendersi dalla perdita di potere d’acquisto.
Infine, ma non da ultimo, dobbiamo ricordare che la volatilità dei prezzi, oro compreso, è spesso innescata da forti dichiarazioni politiche o di personaggi famosi/illustri. Basti pensare all’influenza delle parole di Trump, che – un giorno in un senso e il giorno dopo in un altro – hanno causato perdite milionarie, crolli di azioni, e anche speculazioni. tutti questi fattori, messi insieme, ci fanno capire che le trattazioni, le compravendite e il valore degli asset non sono affatto matematici come si potrebbe pensare, ma anzi variano molto anche in base all’emotività scatenata da numerosi fattori.