Pensione anticipata per chi soffre di depressione: come fare per ottenerla

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Il lavoratore che soffre di un disturbo depressivo ha diritto alla pensione anticipata? In quali casi è possibile richiedere un prepensionamento se la malattia non consente di svolgere una regolare vita lavorativa, sociale e familiare? Di seguito vi illustriamo tutto quello che c’è da sapere sulla pensione anticipata per chi soffre di depressione: come fare per ottenerla e quale iter v seguito.

Quell’umore nero, quella malinconia che talvolta assale e fa perdere al mondo i propri colori, col tempo apre una profonda voragine di disperazione. Chi, presto o tardi nella vita, è inciampato in un periodo di depressione, sa perfettamente quanto il mondo smetta di risuonare di fronte al proprio sguardo. Non è semplice tristezza, nemmeno romantica malinconia. La depressione, quella vera, è un tunnel nero e buio, una morte vivente che distrugge il corpo e l’anima.

Che cos’è la depressione

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) i disturbi depressivi sono molteplici e di gravità differente. Essi possono svilupparsi in qualsiasi momento della vita e manifestare una recrudescenza sintomatica nel corso del tempo.

Per quanto riguarda la depressione maggiore, questa è stata riconosciuta come malattia invalidante che, come previsto dalla Legge, concede alcuni diritti a chi ne soffre. Difatti, il disturbo depressivo maggiore, oltre a causare una compromessa capacità lavorativa, richiede talvolta un supporto anche per lo svolgimento delle attività quotidiane. Ai vissuti di colpa, di inutilità e ai ricorrenti pensieri di morte, si associano anche sintomi fisici come: disturbi del sonno, dolori muscolari e in tutto il corpo, vertigini e sensazione di stordimento.

Percentuali di invalidità secondo le tabella Inps

Pensione anticipata per chi soffre di depressione: come fare per ottenerla? La possibilità di richiedere un anticipo sull’età di pensionamento, come sappiamo, è vincolata a: grado di invalidità che la malattia causa, minimo contributivo accumulato, ed età del lavoratore. Secondo quanto riportato dalle tabelle Inps, la percentuale di invalidità riconosciuta varia in base alla gravità della patologia come segue:

1)sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%;

2)sindrome depressiva endoreattiva media: 25%;

3)sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31 al 40%;

4)sindrome depressiva endogena lieve: 30%;

5)sindrome depressiva endogena media: dal 41 al 50%;

6)sindrome depressiva endogena grave: dal 71 all’80%;

7)nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21% al 30%;

8)nevrosi fobico ossessiva lieve: 15%;

9)nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41% al 50%;

10)nevrosi ansiosa: 15%;

11)psicosi ossessiva: dal 71% all’80%.

Come ottenere l’assegno ordinario di invalidità

Al fine di ottenere l’assegno ordinario di invalidità per depressione, il lavoratore deve dimostrare di essere affetto da una grave malattia con conseguente collasso psichico rilevante. Come sappiamo, l’assegno di invalidità spetta a coloro che presentano una invalidità pari o superiore al 67% cui si associano altre condizioni necessarie come specificato qui.

Altre alternative possibili al pensionamento anticipato

Le alternative per accedere con anticipo alla pensione per chi è affetto da depressione sono anche:

  • pensione di vecchiaia anticipata: con invalidità pensionabile pari almeno all’80% certificato dall’Inps e requisiti di età (61 anni uomini, 56 anni donne con finestra di 12 mesi) e contributivi previsti. Questo è quanto prevede il Lgs. 30 dicembre 1992 n. 503;
  • pensione di inabilità per depressione: presuppone una invalidità del 100% e specifici requisiti contributivi;
  • assegno di accompagnamento: con invalidità del 100% e riconosciuto stato di non autosufficienza.

Questo è quanto previsto per accedere al pensionamento anticipato in caso di malattia depressiva.

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