Quando uscire in pensione prima fa perdere anche 1.000 euro di assegno

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Chiedere ad un lavoratore se preferisce la pensione anticipata a quella di vecchiaia può essere considerata una domanda priva di senso. Chi arriverebbe a preferire una pensione a 67 anni rispetto ad una a 59, 60, 61 o via dicendo? Nessuno, questo è logico. Ma quanto si prende di pensione a 67 anni è una domanda la cui risposta serve per capire che non sempre anticipare è meglio. Soprattutto perché non conta solo l’età. Quanti contributi servono per andare in pensione, quanto valgono i contributi figurativi per la pensione e come si calcola la pensione retributiva piuttosto che quella contributiva sono i fattori determinanti per comprendere i pro e i contro dell’anticipo. E il sito INPS ha una area dove è possibile accedere alla simulazione del calcolo della propria pensione proprio per verificare il rapporto rischio- beneficio dell’uscita anticipata, sull’importo della pensione.

Come si calcola la pensione in base allo stipendio

Pensione anticipata o pensione di vecchiaia e le differenze tra le due misure non possono che partire dalle modalità di calcolo della pensione. Sistema di calcolo che col tempo sta via via passando dall’essere incentrato sulla retribuzione, all’essere completamente indirizzato verso la contribuzione. Ma al contrario di quello che molti pensano e di come può essere interpretata una definizione del genere, la retribuzione conta ancora oggi. Le pensioni calcolate con il sistema contributivo infatti tengono conto dei contributi versati e non nello stipendio. È vero però che un lavoratore versa i contributi in percentuale in base al suo stipendio. Ed essendo fissa la percentuale è evidente che più alto lo stipendio più di valore sono i contributi versati. Il 33% di aliquota contributiva è ciò che ogni mese un lavoratore destina alla propria pensione futura.

Quando uscire in pensione prima fa perdere anche 1.000 euro di assegno

Andare in pensione senza limiti di età e ciò che permette la pensione anticipata ordinaria. Bastano 42 anni 10 mesi di contributi. Per le donne ne servono 41,10. Chi ha accumulato un anno di contributi prima dei 19 anni di età può andare in pensione a prescindere dalla sua età e quindi con la famosa Quota 41. Misura che permette di uscire prima dal lavoro, senza dover aspettare di completare il periodo di contribuzione pari a 42 anni 10 mesi per gli uomini per esempio. Ma è altrettanto vero che chi arriva a 42 anni e 10 mesi ha circa due anni in più di contributi.

Come incide un anno di contributi

Fosse solo per i coefficienti, il vantaggio di uscire un anno dopo è già importante. Un montante da 300.000 euro concede una pensione annua da 15.180 euro a 64 anni. A 65 anni invece si passa a 15.660 euro. Ipotizzando uno stipendio da 40.000 euro lavorando da 64 a 65 anni e non andando solo “in vacanza”, significa portare altri 13.200 euro al montante da 300.000 euro. Di fatto la pensione sale a 16.349 euro. In pratica, uscire un solo anno più tardi, lavorando, porta oltre 1.000 euro di pensione annua in più. Dal punto di vista dell’assegno quindi, tanto può cambiare tra pensione anticipata o pensione di vecchiaia e tra uscite anticipate o posticipate. Ecco quando uscire in pensione prima fa perdere soldi

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