Pensione a 58 anni senza tagli di assegno o quasi, ecco come spiega tutto l’INPS

Sede INPS-Foto da imagoeconomica

Andare in pensione prima ma rimettendoci una parte di assegno. La regola è questa nel sistema previdenziale. E sarà la regola base che il Governo userà per la riforma delle pensioni. Non si possono varare misure neutre da tagli perché i conti pubblici non possono permetterselo. Uno strumento idoneo a permettere questo genere di meccanismo allo Stato è il ricalcolo contributivo della pensione. Ora spieghiamo come avere la pensione a 58 anni senza tagli di assegno o quasi. Entriamo nell’argomento.

Come tutti sanno le pensioni calcolate con il sistema contributivo sono penalizzate rispetto a quelle calcolate con il retributivo. E chi per andare in pensione prima deve scegliere il ricalcolo contributivo, è evidente che viene penalizzato. Ma secondo l’INPS in maniera meno forte di come si pensa e soprattutto in maniera inferiore rispetto al passato.

Pensione a 58 anni senza tagli di assegno o quasi, ecco come spiega tutto l’INPS

L’esempio tipico di quello che significa calcolo contributivo della pensione è ciò che è stato fatto con Opzione Donna. Infatti alle lavoratrici per poter lasciare il lavoro prima viene chiesto con questa misura, di rinunciare al calcolo retributivo. Le pensioni per chi ha 35 anni di contributi come prevede Opzione Donna, andrebbero calcolate con il sistema misto. I periodi di lavoro fino al 31 dicembre 1995 andrebbero considerati con il calcolo retributivo, mentre quelli successivi con il calcolo contributivo. Ma se un lavoratore ha versato già 18 anni o più il 31 dicembre 1995, ha diritto al calcolo retributivo fino al 2012, e contributivo dopo. E sono quelli più penalizzati dalla scelta contributiva in favore di una uscita anticipata che per Opzione Donna parte dai 58 anni di età.

I calcoli sul taglio di assegno nel rapporto annuale dell’Istituto di Previdenza

Nel consueto rapporto sulla spesa previdenziale che l’INPS ha reso pubblico il 13 settembre scorso, emerge un dato curioso che mette in dubbio la tesi di una Opzione Donna e di misure contributive altamente penalizzate. Infatti secondo i dati dell’INPS, il taglio medio che subivano i lavoratori che uscivano a 58 anni con il contributivo nel 2013 (si fa riferimento senza dubbio ad Opzione Donna, ma l’INPS non cita la misura nel rapporto), è stato pari al 23%.

Ma già nel 2022 la perdita è stata solo dell’8%. E presto secondo l’INPS non ci saranno più lavoratori penalizzati nello scegliere il contributivo. Perché presto non ci saranno più lavoratori che hanno diritto al calcolo retributivo, non essendoci lavoratori con versamenti antecedenti il 1996. Significa che tutte le prestazioni saranno calcolate con il sistema contributivo a prescindere che siano pensioni anticipate o meno.

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