«No alle armi» in Ucraina, la posizione di Gubitosa Vicepresidente del M5S

michele gubitosa

A tu per tu con Michele Gubitosa, imprenditore e deputato. Dal 2018 Gubitosa è anche Vicepresidente del Movimento 5 Stelle insieme ad altri quattro pentastellati purosangue. Il gruppo guidato da Giuseppe Conte corre da solo per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Gubitosa si candida per la Camera dei Deputati nel collegio uninominale di Avellino (sua città natale) e come capolista nel collegio plurinominale Campania 2. «No alle armi, giusta applicazione del Reddito di cittadinanza» e richiesta di un «nuovo debito comune europeo» per far fronte alla crisi energetica. Queste le pertinenze (tra le altre) della sua intervista e del programma elettorale.

Nell’ultima puntata della trasmissione televisiva Zona Bianca del 28 agosto, Conte ha ricordato il dissenso di qualche mese fa per il riarmo dell’Ucraina. Adesso che posizione assume in merito il Movimento?

«Su questo voglio dire parole molto chiaramente: basta armi. L’Italia deve essere capofila in Europa di un processo di pace per far cessare le ostilità e portare la Russia a sedersi al tavolo. Lo diciamo da mesi, ignorati dal Governo e insultati dal mainstream (opinione, corrente dominante, ndr). È il momento di un’escalation diplomatica per porre fine alle violenze. Siamo in un contesto in cui l’Ucraina è armata dai Paesi anglosassoni e dagli USA. Dobbiamo ritagliare per il nostro Paese un ruolo da leader sul tavolo negoziale.

Ricordo a tutti che mentre il Paese versava già in condizioni drammatiche, a partire dal caro energia, bollette e carburanti, c’era chi in Parlamento (a partire dal PD e dalla Meloni) voleva una corsa al riarmo. Tutto per una spesa militare di 15 miliardi. Con noi al Governo questi soldi saranno interamente destinati alle vere emergenze delle nostre imprese». Chiosa duro il deputato nel ribadire «No alle armi» in Ucraina, posizione molto netta all’interno del gruppo.

Reddito di cittadinanza… Molti lo condannano e altri dicono che chi non vuole “toccarlo” è per non perdere consensi. Come stanno realmente le cose?

«Il reddito di cittadinanza è una riforma epocale che ha messo l’Italia in linea con il Welfare di altri Paesi europei, penso in primis alla Germania che è da tutti utilizzata come benchmark (test, ndr). Noi diciamo che va migliorato e lo abbiamo già fatto apportando migliorie sulla parte delle politiche attive del lavoro. Ma oltre ad essere migliorata, la Legge, lo sottolineo, va applicata secondo la sua formulazione originale».

Cioè?

«Dove è finito il miliardo di euro destinato alle Regioni per riformare i Centri dell’impiego? I Governatori di Destra e di Sinistra hanno speso i soldi per ammodernarli, fare assunzioni, renderli più efficienti. Li hanno lasciati chiusi solo per boicottare una misura del Movimento 5 Stelle. Presto o tardi ne dovranno rispondere ai cittadini. E ancora mi chiedo perché siamo gli unici a ricordare che gli imprenditori che assumono un percettore del reddito di cittadinanza godono di uno sgravio fiscale. E la decurtazione è pari all’importo del reddito della risorsa che assumono.

Ancora, perché pochissimi sindaci hanno utilizzato i percettori del reddito per lavori di pubblica utilità come prevede la Legge? Tutte domande senza risposta, che dovrebbero indurre tutti a fare le conseguenti valutazioni. La Legge ha funzionato a livello di Stato centrale, a livello periferico la si è voluta affossare». Questo ed altro nella campagna elettorale dove tra gli altri aspetti emerge il «No alle armi» in Ucraina.

Il Movimento dagli ultimi sondaggi pare stia crescendo e alle politiche si presenta senza alleanze… Dopo che sarà?

«Ho visto che ci danno sopra la Lega. Paga la coerenza delle nostre scelte, l’agenda sociale di Giuseppe Conte fondata sui 9 punti portati a Draghi, temi che vanno a toccare la carne viva dei cittadini. Abbassamento del cuneo fiscale per dare più soldi in busta paga nelle tasche dei dipendenti a parità di costo per le imprese; la difesa del Superbonus che ha creato centinaia di migliaia di posti di lavoro e contribuito alla crescita record del +6,6% del PIL nel 2021. Questi sono solo due esempi del fatto che parliamo di azioni concrete. Il PD ha scelto di non esistere più, schiacciandosi sull’agenda Draghi. Le persone in questo mese sapranno riconoscere chi è la vera alternativa a Giorgia Meloni».

«No alle armi» in Ucraina, la posizione di Gubitosa, Vicepresidente del M5S. Dopo l’uscita di Luigi Di Maio, nel Movimento c’è coesione?

«Non parlo del Partito di Tabacci, i sondaggi che gli attribuiscono meno dell’1%, gli stessi che mi citava poco fa, parlano da sé di questa operazione politica. Siamo più coesi che mai, senza zavorre possiamo lavorare a testa bassa per gli obiettivi che ci siamo posti. Basta guardare ai giochetti di palazzo di qualche politico, invito tutti a parlare di temi».

Caro energia… Si teme anche che da qui a qualche settimana, da qualche parte, la gente possa scendere in strada… Se i risultati elettorali premieranno il Movimento, come agirete rispetto a tale situazione?

«La crisi energetica non si risolve certo con decreti che mettono 6 euro al mese in più in busta paga. Con Giuseppe Conte abbiamo l’autorevolezza per andare in Europa e portare su quei tavoli il tema di un nuovo debito comune, questa volta per rispondere alla crisi energetica dovuta alla guerra. Dopo i 209 miliardi per l’Italia, gli oltre 750 a livello europeo per il PNRR, il Vecchio Continente è pronto per un nuovo epocale passo in avanti. Non si può tornare indietro, abbiamo sdoganato l’Europa della solidarietà e delle politiche espansive. È il momento del coraggio». E ancora «No alle armi» in Ucraina e quindi alla spesa militare che comporta.

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