Molti credono che l’Agenzia delle Entrate non possa toccare i beni di chi accetta l’eredità in questo modo, ma in realtà la legge lo consente

eredità

Molti italiani utilizzano quotidianamente strumenti giuridici legati all’eredità e alle donazioni. Per evitare brutte sorprese ed essere sicuri di quello che si sta facendo, è importante conoscere la normativa di riferimento. Ad esempio, spesso si ritiene che per trasferire un bene ad un altro soggetto possiamo utilizzare solo la donazione, in realtà ci sono strumenti migliori.  Accanto agli atti di liberalità, c’è la connessa materia del diritto delle successioni.  La legge riguardante la disciplina dell’eredità è piuttosto complessa e non sempre la conoscenza per sentito dire corrisponde alla realtà giuridica.

Potremmo, infatti, trovarci l’Agenzia delle Entrate e i creditori che ci bussano alla porta per vecchi debiti di un parente per non aver prestato attenzione. E, allora, è necessario parlare dell’accettazione dell’eredità. L’eredità si acquista con uno specifico atto di accettazione. Questa accettazione, anche se effettuata molto dopo, torna indietro al momento dell’apertura della successione. Una volta che l’erede ha accettato non può più rinunciare all’eredità.

Le regole dell’accettazione

L’erede non può accettare con condizioni o termini e il suo diritto ad accettare si prescrive in 10 anni dall’apertura della successione. Esiste, poi, l’accettazione espressa, cioè un atto specifico con cui l’erede accetta l’eredità. E l’accettazione tacita, cioè comportamenti dell’erede incompatibili con la volontà di rifiutare l’eredità. È possibile pure che l’erede proceda all’accettazione con beneficio di inventario.

Questa modalità serve a tenere separati il patrimonio dell’erede e quello del defunto, in modo che l’erede non sia costretto a pagare i debiti del defunto. Molti credono che l’Agenzia delle Entrate, se l’erede accetta con beneficio di inventario, non possa pretendere il pagamento dei debiti del defunto. E non possa, ugualmente, emanare avvisi di accertamento o disporre eccezioni. Infatti, secondo questa conoscenza comune basterebbe accettare con beneficio di inventario per evitare richieste di creditori ed Enti pubblici.

Molti credono che l’Agenzia delle Entrate non possa toccare i beni di chi accetta l’eredità in questo modo, ma in realtà la legge lo consente

In realtà non è così. Lo chiarisce la Corte di Cassazione con la sentenza 22571 del 2021. Con questo provvedimento i giudici spiegano che se il defunto ha debiti o ha commesso irregolarità fiscali, l’Agenzia può rivolgersi agli eredi. In particolare, l’Ente può emanare avvisi di accertamento, disporre accertamenti e chiedere il pagamento di debiti e sanzioni imputabili al defunto.

L’accettazione con beneficio di inventario non salva l’erede dal dover di pagare questi debiti. Più precisamente, spiegano i giudici, se c’è accettazione con beneficio di inventario, l’Agenzia non potrà esigere dall’erede somme superiori al valore dell’eredità. Dunque, l’Ente potrà attaccare tutto l’attivo dell’eredità fino al suo esaurimento senza, però, poter chiedere all’erede di pagare i debiti del defunto di tasca propria.

Approfondimento

In caso di eredità giacente gli eredi devono fare molto attenzione a queste comunicazioni all’Agenzia delle Entrate perché potrebbero costituire accettazione tacita dell’eredità

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