L’INPS riconosce la pensione d’invalidità anche al coniuge e agli eredi sopravvissuti in questo caso

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Come sapremo, il nostro ordinamento tutela in una serie di situazioni i parenti sopravvissuti alla morte di un caro. Il meccanismo più noto con cui questo avviene è quello della pensione di reversibilità. In sintesi, una parte della pensione del lavoratore o pensionato deceduto spetta ai familiari. Questo a patto che sia iscritto all’INPS. Ovviamente ci sono dei requisiti specifici da rispettare. In una situazione riguardante i parenti sopravvissuti, addirittura, l’importo della pensione di reversibilità potrebbe dimezzare.

La pensione d’invalidità, invece, è un trattamento di tipo assistenziale che spetta esclusivamente ai richiedenti colpiti da riduzioni di infermità, o difetti fisici e mentali superiore ai due terzi. Il trattamento, che si suddivide in tredici mensilità, viene concesso con cadenza triennale in seguito alla sottoposizione a visita medico-legale. Inoltre, non implica di per sé la cessione del rapporto lavorativo.

Un’eccezione alla regola

Per il suo carattere assistenziale (e non previdenziale, come la pensione di reversibilità), l’erogazione della prestazione normalmente non può essere richiesta dai superstiti. C’è però un’eccezione per la quale l’INPS riconosce la pensione d’invalidità anche ai successori aventi diritto.

In particolare, si tratta della sopraggiunta morte dell’avente diritto per le quote non versate a cui aveva diritto. Immaginiamo la situazione di un soggetto che rientra all’interno dei parametri previsti dalla legge per accedere alla pensione d’invalidità (anzianità contributiva, assicurazione, grado di invalidità).

Pensiamo all’ipotesi in cui questi muoia dopo aver fatto richiesta e aver superato l’accertamento, ma prima dell’erogazione. In questo caso, il coniuge e gli altri parenti avranno diritto a richiedere l’erogazione delle somme spettanti e relative al periodo che va dall’avvenuto accertamento fino al decesso dell’avente diritto.

L’INPS riconosce la pensione d’invalidità anche al coniuge e agli eredi sopravvissuti in questo caso

Oppure pensiamo, come pure può succedere, che il richiedente deceda prima della visita di accertamento. La situazione non è così inverosimile, visto che l’iter burocratico potrebbe durare qualche mese. Ebbene, anche in questo caso i parenti sopravvissuti avrebbero qualche margine d’intervento. Infatti, qualora in possesso di documentazione inequivoca sulla presenza di fattori invalidanti e sulla sussistenza degli altri requisiti, potrebbero richiedere l’erogazione della cifra.

In caso di successo dell’istanza, la somma cui avranno diritto riguarderà il periodo intercorrente tra la richiesta e il decesso.

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