L’INPS paga fino a 5 anni di arretrati sugli assegni di queste pensioni

INPS

Non tutti sanno che l’Istituto di Previdenza Sociale garantisce il pagamento degli arretrati per alcune prestazioni che interessano la pensione di reversibilità. È ufficiale, l’INPS paga fino a 5 anni di arretrati sugli assegni di queste pensioni ma solo se si presenta opportuna domanda.

A chi spetta l’integrazione alla pensione e gli arretrati fino a 5 anni

La quota mensile della pensione di reversibilità può ricevere degli incrementi in alcune circostanze. Un esempio è l’aumento mensile derivante dall’assegno di vedovanza o assegno per il nucleo familiare ai pensionati. Si tratta di una quota mensile che subisce periodicamente dei ricalcoli. Quest’anno ad esempio l’importo dell’assegno può arrivare fino a 52,91 euro al mese per redditi fino a 28.659,42 euro. Una notevole agevolazione che potrebbe essere di grande aiuto per i beneficiari che hanno potenzialmente il diritto e forse non lo sanno.

A chi spettano i soldi degli arretrati dall’INPS

Chi acquisisce il diritto all’assegno di vedovanza può anche ricevere parecchie mensilità di arretrati e probabilmente non è a conoscenza. Si tratta di un assegno che potrebbe ammontare fino a 3.400 euro. Un notevole aiuto che è bene non lasciar decadere se si possiedono i requisiti per ottenerlo. L’INPS paga fino a 5 anni di arretrati sugli assegni di queste pensioni come specifica l’Istituto stesso.

Chi può richiedere l’aumento e gli arretrati sulla pensione di reversibilità? Per percepire l’assegno di vedovanza, il richiedente deve: essere vedovo/a titolare di pensione di reversibilità; essere vedovo/a di un lavoratore del settore pubblico o privato; avere una certificata inabilità al lavoro proficuo o essere invalido al 100%. In questi casi, si riceve aumento e arretrati solo presentando domanda all’INPS. La richiesta degli arretrati può essere anche non contestuale alla domanda di pensione di reversibilità.

Come e con che reddito si può richiedere l’aumento e gli arretrati all’INPS

Chi rientra nel ventaglio dei beneficiari dell’integrazione ma fino ad ora non ha presentato domanda, può farlo richiedendo anche gli arretrati. Per il calcolo dell’importo si deve tener conto delle Tabelle ANF presenti in circolare n. 60 del 21 maggio 2020. Coloro che percepiscono dei redditi superiori ai 32.148,88 euro non hanno diritto all’integrazione. Ricordiamo che l’assegno ha valore retroattivo fino ad un quinquennio. Ecco perché l’INPS paga fino a 5 anni di arretrati sugli assegni di queste pensioni.

Questo significa che se anche si presentasse la domanda successivamente all’insorgenza del diritto, si riceverebbero gli importi arretrati. Per quanto riguarda l’invio della domanda, l’interessato può richiedere l’integrazione accedendo al portale INPS oppure tramite patronato o CAF. Un altro aspetto interessante riguarda i casi in cui gli eredi del vedovo possono continuare a percepire l’assegno dall’INPS. Nell’articolo “In quali casi gli eredi hanno diritto all’assegno di vedovanza INPS anche dopo la morte del vedovo” abbiamo spiegato come ottenere i soldi.

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