La capacità dei cani a fiutare il virus Covid 19. Presto anche in Italia

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In alcuni Paesi, questi cani addestrati sono già operativi negli aeroporti e pare che riescano a “fiutare” il virus meglio dei tamponi.
I cani avrebbero un’affidabilità del 95 per cento, superiore ai tamponi molecolari.

La capacità dei cani a fiutare il virus Covid 19

In che modo si procede

Al cane viene fatto annusare un fazzoletto precedentemente strofinato al collo di un viaggiatore. Se questo appartiene ad un passeggero affetto da Covid, anche asintomatico, il cane emette un guaito. Se il test è negativo, l’animale non emette alcun suono. Una volta rilevato il virus, il passeggero viene poi sottoposto a un tampone. Il tutto avviene nel giro di qualche minuto.

L’odore dei positivi

La capacità dei cani a fiutare il virus Covid  19  è probabilmente dovuta al cambiamento dell’odore del corpo dei positivi al Covid.
In effetti negli aeroporti, i cani vengono utilizzati da tempo per fiutare la presenza di esplosivi, di droghe e di contrabbando. Ma in altre situazioni possono individuare anche  casi di diabete, malaria, Parkinson e alcuni tipi di cancro.
Il capo del Dipartimento di controllo delle malattie della London School of Hygiene  and Tropical Medicine ha affermato che, quando si è affetti da una malattia, l’odore del corpo cambia e i cani riescono a rilevare questi odori e ad impararli.
La HuffPost Canada ha riportato che i Labrador e i Cocker Spaniel riuscirebbero a individuare i positivi, semplicemente camminandogli accanto.
In effetti, si ritiene che i processi metabolici di una persona malata, si modifichino  completamente e che i cani riescano a percepirne lo specifico odore.

Addestramento

L’addestramento di questi animali viene sempre effettuato nella loro tutela e rispetto.
Si tratta di cani domestici, portati dai loro padroni in laboratorio ed in modo giocoso si lavora ai test addestrandoli e ricompensandoli con bocconcini e carezze.

Cani anti- Covid in Italia

Questi cani stanno per arrivare anche in Italia. Il direttore tecnico, Aldo La Spina, ha dichiarato che il progetto è in mano all’Onlus MDDI e non è escluso che anche in Italia, non si possano avere cani anti Covid nel giro di un mese.

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