In pensione da 58 a 60 anni in base al numero di figli avuti e come funzionano le nuove pensioni

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Al momento si tratta solo della bozza della manovra finanziaria del Governo visto che ancora deve essere trasmessa alle Camere. Ma sulle pensioni sono già praticamente certe alcune novità e sono tante le modifiche in arrivo. Si parte dalla ormai nota Quota 103. Questa sarà sicuramente la grandissima novità del 2023, ma non sarà l’unica. Anche se gli altri provvedimenti saranno solo delle proroghe di vecchia misure, questo non vuol dire che le stesse resteranno inalterate. Anzi, per opzione donna si parla di una autentica rivisitazione della misura, a partire dai requisiti.

In pensione da 58 a 60 anni nel 2023, come si fa?

Ogni Governo ha i suoi cavalli di battaglia ed ha i suoi indirizzi. Sulle pensioni per esempio, il nuovo governo di centrodestra della Premier Giorgia Meloni ha i suoi punti cardine. Il superamento della riforma Fornero che passerà da una Quota 41 parziale e limitata ad una determinata età. Ma anche le conferme di opzione donna e dell’APE sociale. Nelle ultime ore, con la conferenza che ha annunciato la Legge di Bilancio che finirà alle Camere, ecco una rivisitazione di opzione donna. Cambia tutto e i requisiti vengono collegati ai figli avuti. Una autentica rivoluzione questa.
Infatti, mai per uno strumento previdenziale il legislatore aveva deciso di modificare i requisiti dei contribuenti in base ai figli avuti. Fino ad oggi le normative si erano fermate solo alle maggiorazioni contributive per chi aveva avuto i figli, con un anno di lavoro maggiorato di qualche mese. Adesso invece si passa a differenti età di uscita in base alle gravidanze per le lavoratrici. Con una specie di penalizzazione di due anni per chi invece i figli non li ha avuti. In anticipo rispetto alle uscite ordinarie molte lavoratrici potranno sfruttare questo vantaggio.

Come lasceranno il lavoro le 58enni dal 2023

Lasciare il lavoro per accudire i figli, o per la cura di casa e famiglia. È ciò che accade alle lavoratrici le cui carriere storicamente sono più corte rispetto agli uomini. E carriere corte non possono che significare difficoltà ad andare in pensione. Per questo nel tempo sono nate alcune misure di maggior vantaggio proprio per le lavoratrici. Una di queste, che probabilmente è la più nota, si chiama opzione donna. La misura che scadeva il 31 dicembre 2022 verrà prorogata dal Governo, ma non senza alcuni cambiamenti che probabilmente faranno molto discutere.
L’attuale opzione donna è una misura che permette il pensionamento al raggiungimento di una determinata età e di una determinata carriera contributiva entro una data prestabilita. Quest’anno hanno potuto lasciare il lavoro le dipendenti con 58 anni di età e le autonomie con 59 anni di età. Servivano anche 35 anni di contributi versati. Tutti e due i requisiti andavano completati entro la fine del 2021.
Adesso invece l’età diventa variabile in base ai figli. Le lavoratrici che hanno avuto 2 o più figli potranno uscire con 58 anni di età. Con un solo un figlio invece usciranno a 59 anni di età e senza figli a 60 anni. In pensione da 58 a 60 anni quindi, con i requisiti da completare al 31 dicembre del 2023.

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