Il reddito di cittadinanza dal prossimo anno in versione mignon, addio come misura di sussistenza

Il reddito di cittadinanza dal prossimo anno in versione mignon

Per la misura, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, del reddito di cittadinanza la riforma del Governo italiano, guidato dalla premier e leader di FdI Giorgia Meloni, è davvero severa. Ma il peggio dovrebbe arrivare nel 2024. Con l’abolizione integrale del reddito di cittadinanza. Vediamo allora, nel dettaglio, lo scenario corrente e quello futuro per il sussidio che in questo momento è linfa vitale per centinaia di migliaia di nuclei familiari dove in questo momento nessuno lavora.

Per la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, ovverosia il reddito di cittadinanza, le maglie del Governo si stringono ulteriormente. In quanto, nel limare la manovra finanziaria con gli emendamenti, dal prossimo anno il sussidio per molti percettori sarà davvero in versione mignon.

Ovverosia con una durata che, per i percettori occupabili, non potrà superare i sette mesi. Rispetto agli otto mesi fissati in precedenza. Precisamente, nella prima bozza della Legge di Bilancio. Si tratta, in zona Cesarini, di un’altra piccola stretta sul sussidio. Una stretta che mette le cose in chiaro. Ovverosia, dal prossimo anno chi prenderà il reddito di cittadinanza dovrà darsi davvero da fare per trovare un lavoro.

Darsi davvero da fare per trovare un lavoro

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Il reddito di cittadinanza dal prossimo anno durerà poco. Ecco per quali percettori

In quanto, dopo sette mensilità percepite, il sussidio, ossia il beneficio economico, sarà sospeso. Di conseguenza, per chi attualmente percepisce il sussidio come misura di sussistenza, perché non ha altre entrate, il peggio arriverà nel secondo semestre del 2023. Senza ulteriori interventi legislativi, infatti, tra poco più di un semestre centinaia di migliaia di famiglie potrebbero piombare in una condizione di povertà assoluta.

Questo significa che, potenzialmente, dal secondo semestre del prossimo anno la riforma del reddito di cittadinanza del Governo Meloni potrebbe creare grossi problemi. A tutte quelle famiglie dove nessuno lavora. E, nel frattempo, un’occupazione non è stata trovata. Il reddito di cittadinanza dal prossimo anno, inoltre, nella nuova versione, sarà temporaneo. In quanto il Governo di centrodestra è intenzionato, a partire dal 2024, a cancellare la misura. Al fine di sostituirla con un sussidio da erogare. Solo ed esclusivamente a chi davvero non può lavorare.

La premier del Governo di centrodestra Giorgia Meloni

La premier del Governo di centrodestra Giorgia Meloni-proiezionidiborsa.it

La riforma dell’RdC passa per l’approvazione della manovra, ma è corsa contro il tempo

Detto questo, per l’entrata in vigore della riforma del reddito di cittadinanza, prima di tutto, è fondamentale che la manovra finanziaria sia approvata nei tempi. Ovverosia entro la fine dell’anno, per evitare l’esercizio provvisorio. E proprio nell’iter di approvazione della Legge di Bilancio per il 2023 il Movimento 5 Stelle promette battaglia. Proprio sul reddito di cittadinanza, la cui revisione, proprio secondo l’M5S, non farà altro che mettere in difficoltà economica tantissime famiglie meno abbienti e residenti nel nostro Paese.

Al riguardo ricordiamo che, rispetto ai sette mesi di durata fissati dal Governo di centrodestra, ad oggi il reddito di cittadinanza, nel rispetto dei requisiti di accesso alla misura che sono previsti, si può percepire non solo per diciotto mesi di fila. Ma anche per altri diciotto mesi, presentando di nuovo la domanda di accesso al sussidio. Ecco perché, con il Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni, l’RdC in termini di durata sarà davvero in versione mignon.

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