Il peso del caporalato sulla carenza di manodopera in agricoltura, interviene il Ministro Lamorgese

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Il Ministro dell’Interno interviene sul fenomeno diffuso del caporalato che pare incidere sulla carenza di manodopera in agricoltura. Al pari di quanto sta accadendo nel settore della ristorazione, in molte regioni d’Italia soprattutto al Sud, la raccolta dei prodotti di stagione parte al rallenty. Manca la manodopera. E dove c’è, spesso le condizioni retributive sono alquanto discutibili.

Puglia sotto stress

Il primo segnale arriva dalla Puglia in difficoltà per la raccolta di ciliegie e ortaggi. Qui pare che la manodopera necessaria sia coperta solo per il 22% circa da extracomunitari. Il resto della manovalanza sarebbe venuto a mancare. Molti imputano tale situazione alle misure governative di sussistenza (come il reddito di cittadinanza) e al persistere del caporalato. Cioè a quella condizione lavorativa di sfruttamento e mancanza di contratti di lavoro calibrati sull’entità del lavoro. Ma in misura maggiore pare sia il peso del caporalato sulla carenza di manodopera a destare maggiore preoccupazione anche per i mesi estivi.

L’intervento

E il Ministro Luciana Lamorgese non le manda a dire. Così nell’intervento al Congresso confederale della Cisl ribadisce l’importanza di intervenire in modo deciso per contrastare il caporalato. «In molti casi – dice – la media della retribuzione dei lavoratori agricoli è il 50% in meno di quanto previsto nei contratti collettivi. Bisogna intervenire per garantire condizioni più umane sotto ogni profilo, dalle retribuzioni, alle collocazioni abitative al problema dei trasporti dei lavoratori stessi».

Il peso del caporalato sulla carenza di manodopera in agricoltura, l’intervento del Ministro Lamorgese

Il Dicastero per voce del Ministro fa anche memoria delle risorse a disposizione. Dal PON Legalità al Fami (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione). E poi il Protocollo che permette di inserire nel circuito lavorativo i migranti che hanno protezione internazionale. Le misure e i fondi ci sono. Vanno utilizzati nelle realtà che servono. Senza così correre il rischio di arricchire la criminalità organizzata spesso implicata in tutto il caos del caporalato. Lamorgese evidenzia anche la necessità e l’urgenza di tutelare le risorse del PNRR dagli appetiti delle mafie: «I fondi servono per il rilancio del Paese, è prioritario che vengano usati bene e schermati dalla criminalità organizzata».

Dunque, il peso del caporalato sulla carenza di manodopera incide nella misura in cui demotiva i lavoratori stagionali. Sia stranieri che italiani, soprattutto se nel frattempo i cittadini italiani godono di misure assistenziali di importo superiore alla paga, in nero, che ricavano dal lavoro nei campi. L’appello ci pare rivolto soprattutto ai datori di lavoro e ai titolari d’azienda, affinché utilizzino le misure governative che ci sono a supporto della promozione della legalità. E quindi anche della giusta retribuzione. Diversamente, anche la mancanza di manodopera farà lievitare ulteriormente i prezzi.

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