Il Governo Meloni riattiva i voucher e ne aumenta le soglie per stagionali, agricoli e intermittenti

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Furono eliminati e sostituiti dai libretti famiglia e adesso ritornano con la nuova manovra del Governo Meloni. Parliamo dei voucher, i famosi buoni lavoro che sono uno strumento alternativo di pagamento delle prestazioni lavorative.

Fu il Governo del Premier Paolo Gentiloni a cancellare i voucher (il precedente Governo Renzi li aveva differenziati tra famiglie e imprese) che furono utilizzati già con la Legge Biagi dal 2004. Ciò che l’attuale esecutivo ha deciso, oltre che riattivare i voucher è potenziarli. Ma cosa sono i voucher e a cosa servono sono un argomento meritevole di approfondimento. Un argomento che riguarda il lavoro e che si incastra con le tante novità che il Governo ha in serbo, compreso il reddito di cittadinanza.

Come funzionano e cosa succede adesso

Il Governo Meloni riattiva i voucher, dunque, e con 7,50 euro ad ora per il lavoratore, cioè 10 euro lordi, tornano utilizzabili. Saranno utilizzabili nei settori particolari quali gli agricoli, quelli del settore della ristorazione e della ricettività. Ma anche nel settore dei domestici. Ciò che adesso cambia anche rispetto ai voucher iniziali prima della loro cancellazione, è il tetto di reddito annuo da non superare per poter continuare a pagare un lavoratore coi voucher.

Il tetto sale a 10.000 euro. I buoni lavoro quindi torneranno a rappresentare un sistema di pagamento che i datori di lavoro potranno utilizzare per pagare le prestazioni lavorative di lavoro accessorio e quindi quelle svolte senza continuità e in maniera discontinua e saltuaria.

Va ricordato che un lavoratore pagato coi voucher non perde lo status di disoccupato. Non è assoggettabile quanto ricavato coi voucher, da imposizione fiscale. E per di più si può cumulare con pensioni ed è perfettamente utile anche ai fini pensionistici.

Il Governo Meloni riattiva i voucher per determinati lavoratori e per alcune categorie

Con i voucher il lavoro accessorio può essere effettuato dal lavoratore e comandato dal committente in maniera regolare. Infatti, il meccanismo garantisce sia la copertura previdenziale INPS che quella assicurativa INAIL. Rispetto al passato, raddoppia il limite massimo di reddito annuo che un lavoratore può ottenere lavorando a buoni lavoro.

Si passa dai precedenti 5.000 euro annui a ben 10.000 euro annui. E questo a prescindere dal numero di datori di lavoro (committenti) con cui un lavoratore ha a che fare annualmente.

I primi commenti sulla reintroduzione dei voucher sono stati contrastanti, come è normale che sia. Gli esercenti, con le loro associazioni di categoria, si sono detti soddisfatti della reintroduzione di uno strumento utile a dare legalità a tipologie di lavoro che non possono essere inquadrate tra quelle classiche.

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