Il Garante della Privacy è contro Google Analytics, scopriamo quali sono le accuse e cosa potrebbe accadere

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Google Analytics è utilizzato da tantissime pagine editoriali, testate giornalistiche, blog e siti web.

Tramite questo importante strumento, è possibile tenere d’occhio lo sviluppo del proprio sito ed è possibile ottimizzare costantemente il suo andamento e aumentarne il successo.

Con l’aiuto di dati statistici sul numero di visitatori, la durata delle visite e il comportamento dei visitatori, si possono trarre conclusioni significative sui punti di forza e di debolezza del proprio sito.

Google Analytics ci consente di analizzare e valutare statisticamente e continuamente il nostro sito web. La versione base di questo strumento di analisi è gratuita, la versione pro, invece, è a pagamento.

Anche Google Drive permette di facilitare lo smart working, seguendo tre semplici consigli.

Alcuni elementi che si possono conoscere con questo strumento sono i seguenti:

  • il numero di visitatori del proprio sito;
  • la durata della permanenza dei visitatori sul proprio sito;
  • i termini di ricerca utilizzati dai visitatori per trovare il sito;
  • i browser utilizzati dai visitatori;
  • le caratteristiche demografiche degli utenti, come la lingua e posizione;
  • il contenuto che il visitatore ha visualizzato;
  • i dispositivi utilizzati dal visitatore (pc, tablet, smartphone);
  • e molto altro.

Ma adesso contro questo utile strumento c’è il Garante della Privacy. Scopriamo perché.

Il Garante della Privacy è contro Google Analytics, scopriamo quali sono le accuse e cosa potrebbe accadere

Qualche giorno fa, il 23 giugno, il Garante della Privacy ha reso noto un provvedimento già preso in precedenza, secondo il quale il funzionamento di Google Analytics sarebbe in contrasto con le regole sulla privacy dell’UE.

Se questa decisione del Garante dovesse porre un freno a Google Analytics, quali sarebbero le conseguenze su centinaia di migliaia di siti che utilizzano questo strumento?

Il provvedimento del Garante è stato emesso dopo l’invio di alcuni reclami. Ed è per questo che l’autorità ha stabilito che molte delle funzioni di questo strumento di analisi siano contrarie al GDPR, il regolamento sulla privacy europeo.

Perché non rispetterebbe la normativa sulla privacy?

L’autorità Garante della Privacy ha stabilito che Google Analytics viola la privacy perché invia i dati raccolti negli USA, un Paese fuori dall’UE e fuori, dunque, dalla giurisdizione del GDPR e quindi non offre garanzie adeguate a proteggere i dati personali.

Ecco perché il Garante delle Privacy è contro Google Analytics.

Il provvedimento del Garante Italiano riguarda un solo sito, ma il principio si applicherà a ogni altro sito che si trovi nelle stesse condizioni e solo nel nostro Paese sono centinaia di migliaia.

Al momento il Garante ha dato 90 giorni al sito italiano per mettersi in regola e verificare se i dati possano essere inviati negli USA e se così non fosse di interrompere il procedimento.

Ma visto che adesso il principio base varrà per tutti i siti, cosa succederà?

Non possiamo ancora dare una risposta perché attorno a questo argomento c’è molta incertezza. Si spera che USA ed Europa trovino subito una quadra.

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