I nati nel 1963 in pensione nel 2023 senza finestre e penalizzazioni

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Le pensioni in Italia funzionano in un modo assai particolare, perché in genere a dei pensionamenti anticipati corrispondono penalizzazioni di assegno. Inoltre molte delle misure di pensionamento anticipato perdono di appeal per via delle finestre di attesa, Con gli assegni che vengono liquidati ai beneficiari diversi mesi dopo la data di maturazione dei requisiti per uscire dal mondo del lavoro. Uscire molto prima come età non è però una cosa difficile nel sistema previdenziale italiano oggi. E non lo sarà nemmeno nel 2023 grazie a delle sue misure che ormai sono in pianta stabile nel sistema.

I nati nel 1963 in pensione nel 2023, ecco come

Sembrerà strano ma anche un nato nel 1963 nel 2023 potrà andare in pensione. Ci sono le misure che lo permettono e quando si parla di soggetti nati nel 1963 si parla di persone che nel 2023 compiranno 60 anni di età. Miracoli del sistema quindi, perché è evidente che uscire così presto è qualcosa per pochi fortunati. Le misure che consentono un’uscita così vantaggiosa sono sostanzialmente tre. Una destinata alla generalità dei lavoratori mentre le altre due sono destinate solo a pochi che rientrano in alcune categorie. Le misure in questione sono:

  • Opzione donna;
  • Pensione anticipata ordinaria;
  • Quota 41 per i precoci.

Opzione donna nel 2023, tra cristallizzazione ed ipotetica nuova proroga

Tra i nati nel 1963 in pensione nel 2023 ci sono senza dubbio alcune lavoratrici. Come fanno ad uscire le lavoratrici nate nel 1963? La risposta è opzione donna. In questo caso tutto è assai semplice perché dipende dai requisiti di accesso di questa misura. Che comunque resta una misura che scade il 31 dicembre prossimo. Ma che per le nate nel 63 potrebbe ancora funzionare. Infatti se sono riuscite a completare 58 anni di età e 35 anni di contributi versati entro la fine del 2021, a 60 anni di età esatti, potranno ancora sfruttare la cristallizzazione del diritto di opzione donna. In pratica avendo già maturato il diritto all’uscita nel 2022, potranno goderne anche nel 2023.

Per i precoci a 60 anni non sarebbe difficile andare in pensione

La quota 41 è una misura destinata sostanzialmente a quattro tipologie di contribuenti. Nello specifico abbiamo:

  • Lavoratori alle prese con una delle 15 mansioni gravose previste all’articolo 1 comma199 della Legge di Bilancio 2017;
  • Disoccupati senza Naspi da 3 mesi;
  • Invalidi al 74% almeno;
  • Caregivers che assistono parenti stretti e conviventi col 74% di disabilità da almeno 6 mesi.

Bisogna avere un anno di contributi versati prima dei 19 anni dieta e 35 anni di contributi effettivi. Chi completa 41 anni di versamenti, tutti gli altri requisiti prima citati, ed appartiene ad una di quelle quattro tipologie di contribuenti, può uscire anche nel 2023 con 60 anni di età.

Le pensioni anticipate ordinarie

Nessun limite di età e quindi disco verde per la pensione anche ai nati nel 1963 con le pensioni anticipate ordinarie. In questo caso sono necessari 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 per le donne. Chi ha iniziato a lavorare piuttosto giovane e nel 2017 raggiungerà queste soglie, potrà fruire della pensione anticipata ordinaria. Ma servono pure 35 anni effettivi di contribuzione, cioè senza utilizzare quelli figurativi da disoccupazione o malattia. Questa tipologia di contributi vale per il requisito dei 41,10 per le donne o 42,10 per gli uomini, e vale anche per il calcolo della prestazione. Ma 35 anni devono essere effettivi da lavoro.

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