Emicrania: le donne sono le più colpite

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 Emicrania: le donne sono le più colpite. Ma spesso si trascurano.

L’emicrania è tra le forme più comuni di mal di testa. Si presenta come un dolore intenso, spesso con pulsante, può cominciare lentamente e può cambiare la sua localizzazione durante le crisi o tra i diversi episodi. A volte aumenta in progressione la sua intensità. Chi soffre di emicrania subisce manifestazioni con attacchi ripetuti e frequenza variabile: da pochi episodi in un anno a 2-3 crisi e oltre la settimana.

Secondo un’indagine del Censis circa l’80% dei pazienti è composto da donne, solo il 18,3% da uomini. L’esordio della malattia si registra da adulti in giovane età, in media a 21,4 anni per le donne contro i 26,1 anni degli uomini. Esordi precoci possono esserci prima dei 18 anni, e nella maggior parte dei casi si tratta di donne. È quanto emerge dalla ricerca «Vivere con l’emicrania» . La ricerca ha indagato un campione di 695 pazienti dai 18 ai 65 anni con diagnosi di emicrania.

Emicrania: le donne sono le più colpite, ma spesso si trascurano.

Le donne sono quelle che si trascurano di più e in questo modo dilatano i tempi della diagnosi. L’emicrania è una patologia che in generale tende ad essere trascurata e riconosciuta con ritardo. Più della metà dei pazienti si rivolge al medico entro un anno dalla comparsa dei primi sintomi, ma oltre un quinto aspetta più di cinque anni.
Il tempo medio per arrivare a una diagnosi arriva quindi a 7,1 anni: 7,8 anni per le donne e solo 4,1 anni per gli uomini. Significa che una patologia dolorosa e penalizzante resta non diagnosticata per molto tempo. Essa causa una riduzione delle attività sociali, problemi sul lavoro, nello svolgimento dei compiti familiari e domestici, nella cura dei figli.

L’approccio terapeutico

Il primo passo da attuare per chi soffre di questa patologia è quello di tentare una riduzione se non l’eliminazione dei fattori scatenanti.

Purtroppo questi possono essere molti, e la situazione varia da individuo a individuo. Solo per citare alcuni dei fattori scatenanti possiamo menzionare variazioni ormonali, stress, ansia, tensione, depressione, modifiche nel ritmo sonno-veglia. Ma anche cattiva postura, soprattutto per le tensioni al collo e alla spalla, problemi alla vista, disidratazione.
Anche la cattiva alimentazione entra in gioco, soprattutto per quanto riguarda gli orari dei pasti, i ritardi o i digiuni. Alterare i livelli di zucchero nel sangue può essere un fattore scatenante.
I farmaci per l’emicrania possono essere necessari per alleviare il dolore ed i sintomi durante la fase acuta dell’emicrania e anche per prevenire ulteriori attacchi.
Ma l’approccio terapeutico deve tenere in considerazione le molteplici specificità individuali, che vanno identificate da un medico analizzando l’entità del disturbo e della sintomatologia. L’autocura può essere pericolosa, generare resistenza ai trattamenti e addirittura scatenare una cefalea da abuso di farmaci.

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