Ecco una dieta che potrebbe aiutarci a mantenere il cervello attivo

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Su queste pagine abbiamo ribadito più volte l’importanza del cibo che assumiamo nel mantenere il nostro benessere. Il cibo è un bisogno primario e un aspetto preminente per la salute. In proposito sono stati eseguiti innumerevoli studi. Per esempio abbiamo visto l’effetto degli omega 3 sulle malattie neurologiche. Ci siamo anche occupati della dieta indicata dai cardiologi per il benessere del cuore. Di converso è dimostrato che una dieta ricca di grassi saturi e zuccheri (Western Diet) è correlata a disturbi dell’apprendimento e della memoria.

In un recente studio pubblicato dall’associazione dei neurologi americani, è emersa l’importanza della dieta per ridurre l’infiammazione. Questa diminuizione è legata a un generale miglioramento delle condizioni del nostro cervello. Pertanto, ecco una dieta che potrebbe aiutarci a mantenere il cervello attivo.

Infiammazione e alimentazione

L’infiammazione si ha come risposta del nostro organismo a lesioni o attacco di patogeni. È quindi un importante effetto della difesa del nostro corpo. Tuttavia, quando prolungata nel tempo, l’infiammazione può portare a esacerbare condizioni patologiche. Man mano che le persone invecchiano, l’infiammazione all’interno del loro sistema immunitario aumenta, danneggiando quindi le cellule. È stato evidenziato che l’infiammazione cronica abbia un ruolo nel cancro del colon retto (Terzic J et al, 2013), nel diabete, nell’asma, nella depressione, nella sindrome metabolica e altre malattie.

Un ampio corpus di prove indica che la dieta svolge dunque un ruolo centrale nella regolazione dell’infiammazione cronica. Per questo si è creato a partire dal 2009 un “Indice Infiammatorio Dietetico (DII)”. Il DII consentirebbe di classificare gli alimenti in base al loro effetto sull’infiammazione, utilizzando dei biomarcatori  per questa valutazione. Si va pertanto da alimenti fortemente anti-infiammatori (con un punteggio minimo di -8.87) ad alimenti fortemente pro-infiammatori (con un punteggio massimo di 7.98). Frutta, verdura, fagioli e tè o caffè si trovano nella porzione più bassa di questa scala.

Ecco una dieta che potrebbe aiutarci a mantenere il cervello attivo

Nell’articolo Charisis et al, 2021, i ricercatori hanno studiato l’associazione tra il potere infiammatorio della dieta, attraverso il DII che abbiamo visto in precedenza, e il rischio di demenza negli anziani residenti in comunità.

Si sono esaminate 1.059 persone in Grecia con un’età media di 73 anni che non avevano demenza. I ricercatori hanno seguito ogni persona per una media di tre anni. Sarebbe stato loro chiesto di compilare un questionario riguardo ai principali gruppi di alimenti consumati nel mese precedente, tra cui latticini, cereali, frutta, verdura, carne, pesce, legumi, tra cui fagioli, lenticchie e piselli, grassi aggiunti, bevande alcoliche, stimolanti e dolci. Nel corso dello studio, 62 persone, circa il 6%, avrebbero sviluppato demenza. Sarebbe emerso che le persone che avevano sviluppato demenza avessero indicato una dieta più povera di cibi anti-infiammatori.

La dieta è un fattore dello stile di vita che possiamo modificare. Essa potrebbe svolgere un ruolo nel combattere l’infiammazione, uno dei percorsi biologici che contribuirebbero al rischio di demenza e deterioramento cognitivo nella terza età.

Lo studio è di tipo osservazionale, non è uno studio clinico. Sono necessari studi più lunghi per confermare e replicare questi risultati.

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