Ecco a quale età sei un bamboccione secondo la Suprema Corte

figli

Negli ultimi anni il mercato del lavoro sta diventando sempre più complesso e avaro di soddisfazioni per i giovani. Trovare un’occupazione che sia al contempo in linea con gli studi e adeguatamente remunerativa sembra spesso un vero terno al lotto. Questa situazione sta creando uno scontro generazionale basato su diversi punti di vista. Da un lato i genitori stentano a comprendere le difficoltà dei figli ormai adulti che faticano ad entrare nel mondo del lavoro. Anche una volta economicamente indipendenti, in molti casi i figli tendono a non emanciparsi dalla famiglia di origine. La precarietà diffusa e l’inadeguatezza dei redditi medi spingono spesso le giovani generazioni a restare a casa con i genitori. Ma fino a quando i genitori devono provvedere al sostentamento dei figli? Ecco a quale età sei un bamboccione secondo la Suprema Corte e quindi devi renderti indipendente.

Il contesto normativo

Gli articoli 30 della Costituzione e 147 del codice civile impongono l’obbligo di mantenere i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. La legge non limita al semplice sostentamento i doveri genitoriali ma li estende al mantenimento del tenore di vita della famiglia. In altre parole, la famiglia deve provvedere allo studio ed alle spese in maniera proporzionale al reddito e alle abitudini familiari. Insomma, le paghette non sono tutte uguali. Il genitore inadempiente rischia sanzioni ed anche la reclusione ai sensi dell’articolo 135 del codice penale. Con la Sentenza 12477/2004, la Corte di Cassazione ha introdotto alcuni limiti ai doveri dei genitori. In linea generale, la giurisprudenza considera autonomi i figli che percepiscono un adeguato reddito o che abbiano un loro nucleo familiare. Oltre alle persone di età superiore ai 30 anni. Insomma, ecco a quale età sei un bamboccione secondo la Suprema Corte.

Ecco a quale età sei un bamboccione secondo la Suprema Corte

La Sentenza ha introdotto per la prima volta un’età limite essenzialmente per due motivi, entrambi legati all’attuale contesto economico. Il primo si basa sull’evitare che un genitore in difficoltà economiche debba mantenere il figlio ormai adulto. Una situazione purtroppo sempre più frequente, con la possibilità di gravi conseguenze viste in un recente approfondimento. Il secondo motivo riguarda l’intento di spingere i giovani a rendersi autonomi almeno dopo il compimento del trentesimo anno di età. Ovviamente le disposizioni della Cassazione non vietano al genitore di continuare comunque a provvedere ai figli. Gli eventuali figli disabili costituiscono un’eccezione, poiché considerati dalla legge alla stregua dei minorenni indipendentemente dall’età. Negli altri casi, è bene darsi da fare entro i trent’anni: ecco a quale età sei un bamboccione secondo la Suprema Corte!

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