Il desiderio di molti genitori è quello di lasciare ai propri familiari a carico, ed in particolare ai propri figli, una situazione rosea ed una pianificazione accurata per il proseguo della loro vita. Questo principio ha ovviamente molte possibili applicazioni: potremmo ad esempio incentivarlo a seguire un regime previdenziale complementare. Oppure potremmo noi stessi attivarci per far fruttare una quota di risparmio negli anni. In modo da lasciare una somma economica per accompagnarlo degli anni di vita universitaria o del lavoro.
Potremmo poi decidere di massimizzare l’utilità degli anni di studio di un nostro figlio regalando il riscatto degli anni di laurea. Forse non lo sappiamo ma è possibile risparmiare centinaia di euro con questa spesa deducibile e che consente di equiparare allo studio gli anni di contributi.
In cosa consiste la deduzione per i figli a carico
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Molti ritengono il riscatto di laurea una operazione potenzialmente poco conveniente. In effetti è bene valutare con cautela la convenienza della spesa. Il regime giuridico però ha due vantaggi: in primo luogo tutela quanti hanno conseguito il titolo in tempo iniziando subito il lavoro. Inoltre presenta nel corso degli anni la possibilità di usufruire di un regime agevolato: in sintesi il contribuente vedrà conteggiato alcuni anni come versato in regimi minimi (cioè corrispondente al 33% della retribuzione forfettaria minima INPS). Chiaramente a fronte di una spesa molto inferiore, il riscontro economico sull’entità della pensione sarà minimo. Lo scopo indubbiamente sarà allora quello di avvicinare l’età del pensionamento.
A prescindere dalle ragioni che portino a questa scelta, l’ordinamento italiano tutela con una detrazione del 19% il contribuente che decide di compiere questa scelta per un parente a carico. Anche a fronte dell’opzione del regime tutelato, dunque, il risparmio netto sarà corrispondente ad almeno 700 euro per annualità riscattata.
È possibile risparmiare centinaia di euro con questa spesa deducibile
Evidentemente la condizione necessaria per poter applicare questa condizione è lo stato di familiare a carico. Al lordo degli oneri deducibili, per poter rientrare in questa definizione, essi non devono possedere un reddito complessivo superiore a euro 2.840,51. Dovremo allora prestare particolare attenzione al trattamento giuridico di eventuali assegni od indennità ricevute a vario titolo nel corso dell’anno. Chiaramente l’ulteriore considerazione da porsi è se il gioco valga la candela, cioè se l’investimento possa garantire effettivamente un anticipo sull’età del pensionamento. In generale si può dire che qualora l’attività lavorativa abbia inizio da subito dopo la laurea e nella speranza non ci siano buchi contributivi durante gli anni, la scelta potrebbe essere sensata.
Se consideriamo invece l’elemento economico più importante rispetto all’anno di pensione, diventa necessario provare ad effettuare un calcolo comparativo con un piano previdenziale integrativo.
Per ottenere un concreto risparmio a fine anno è importante mantenere un occhio aggiornato sui benefici fiscali come detrazioni o deduzioni. Ad esempio pochi lo sanno ma è possibile risparmiare quasi 100 euro sulla dichiarazioni delle imposta semplicemente conservando la ricevute di acquisto di due servizi molto comuni.
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