Distanze legali da rispettare per le tende da sole in condomino

tende da sole

È noto come il codice civile preveda che tra edifici sia necessario rispettare le distanze legali. L’articolo 873, in particolare, prevede che le costruzioni su fondi confinanti, anche se non unite o aderenti, devono rispettare una distanza di almeno 3 metri. Nei regolamenti locali è possibile stabilire distanze anche maggiori. L’articolo 907, ancora più nello specifico, disciplina la distanza delle vedute. In particolare prevede che quando si abbia il diritto di veduta sul fondo del vicino, i fabbricati devono trovarsi a minimo 3 metri.

Queste regole sulle distanze legali vanno rispettate anche in condominio. Questo sia nei rapporti tra il condominio ed edifici terzi sia per i rapporti interni tra gli stessi condomini e le loro proprietà. Le distanze legali, come visto, vengono stabilite dal codice civile in generale, ma possono essere specificate da regolamenti e strumenti urbanistici.

Le regole sulla prossimità

Ad ogni modo, la giurisprudenza ha, nel tempo, affrontato molte questioni legate ai rapporti di vicinato. Ad esempio, la Cassazione ha spiegato che lasciare la macchina parcheggiata davanti al portone del vicino può portare ad un pesante reato. Non solo, ma i giudici hanno parlato più volte anche di questioni legate alle distanze legali. In particolare nel periodo estivo molti si chiedono se ci siano distanze legali da rispettare per le tende da sole, nel montarle. Le più diffuse sono quelle di stoffa.

La risposta a questa domanda l’ha fornita la Corte di Cassazione con una sentenza ormai abbastanza risalente, numero 2873 del 1991. Il caso era quello di una signora che aveva installato una tenda in stoffa sul proprio balcone. Questa tenda, per come installata, non rispettava la distanza minima di 3 metri sul fondo dei vicini prevista dall’articolo 907. Per questo, i vicini si recavano dal giudice per chiedere la rimozione della tenda.

Distanze legali da rispettare per le tende da sole in condomino

La Cassazione ha, però, dato ragione alla signora che aveva installato la tenda. Secondo la Cassazione la distanza minima prevista dall’articolo 907 si applica solo alle costruzioni. Dunque, all’installazione di verande, di un loggiato o strutture similari. Mentre, per i giudici, le tende scorrevoli in stoffa non possono considerarsi costruzioni, e per questo non si può applicare la regola dei 3 metri minimi. Proprio perché non è una costruzione, il giudice non può vietare l’installazione della tenda e non può nemmeno ordinare di rimuoverla.

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