Quando effettuiamo un acquisto, almeno nei paesi del mondo in cui esiste l’IVA (ne sono esclusi solo pochissimi stati, come USA, Cuba, Libia, Iraq e Arabia Saudita), siamo abituati a trovare una chiara indicazione del prezzo da pagare. In un qualsiasi negozio, sia fisico che online, ogni bene esposto ha un suo cartellino che specifica il costo. Ma non sempre è così. Quando siamo alla ricerca di un’auto, ad esempio, possiamo imbatterci in un prezzo con l’indicazione IVA esposta. Cosa significa esattamente questo termine? L’auto può beneficiare per caso di una tassazione agevolata, oppure al prezzo indicato dovremo aggiungere una percentuale di tasse? In questo articolo cercheremo di capire cosa vuol dire IVA esposta e perché è importante saperlo. Vedremo anche cosa cambia nell’applicazione dell’IVA ad un lavoratore dipendente o pensionato rispetto ad un lavoratore autonomo.
IVA esposta: cosa significa e a chi conviene
La dicitura IVA esposta, spesso abbreviata in i.e., indica che il prezzo del bene è già comprensivo di IVA. Che si tratti di un’automobile o di un televisore, di un computer o un pacchetto vacanze, IVA esposta significa che il prezzo è definitivo. Insomma, è proprio come al supermercato: il prezzo indicato è quello che pagheremo alla cassa. Ma allora, come mai solo per alcuni beni troviamo questa indicazione? Per capire veramente cosa vuol dire IVA esposta, e perché è importante saperlo, dobbiamo comprendere cos’è l’IVA.
L’imposta sul valore aggiunto (VAT tax nei paesi di lingua inglese) è l’esempio più comune di imposta indiretta, il cui peso colpisce il consumatore finale. Per i lavoratori dipendenti, quindi, è semplicemente una voce che determina il prezzo finale di un bene. Tornando all’esempio dell’automobile, se il prezzo richiesto è 15.000 euro IVA esposta, significa che per acquistare la macchina dovremo pagare 15.000 euro. Ma non per tutti è così.
C’è chi è esentato dal pagare l’IVA
Per i titolari di partita IVA, i 15.000 euro di automobile potrebbe diventare molto meno, nel caso preso ad esempio ben 3.300 euro. Perché questa differenza? Abbiamo visto che l’IVA, che ha 4 scaglioni (4% per i prodotti alimentari primari e l’editoria, 5% per le prestazioni sanitarie, 10% per i prodotti energetici, 22% per tutto il resto) grava solo sul consumatore finale. Un professionista o imprenditore che acquista l’auto per lavoro, non sarà più un consumatore, bensì un utilizzatore professionale.
Per questo, potrà portare in deduzione il costo dell’auto, scaricandone l’IVA. Normalmente i lavoratori autonomi hanno ben chiaro cosa vuol dire IVA esposta e perché è importante saperlo. Questo vantaggio fiscale però, non si estende ai possessori di partita IVA in regime forfettario. Questi lavoratori dovranno pagare l’auto per intero senza poi poter scaricare alcun costo.