Cosa conviene tra lavoro dipendente e quello autonomo con la manovra finanziaria del Governo Meloni

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Con la Legge di Bilancio per il prossimo anno, il Governo italiano di centrodestra ha destinato buona parte degli stanziamenti al contrasto al caro bollette. Pur tuttavia, con le risorse rimanenti l’Esecutivo guidato dalla premier e leader di Fdi Giorgia Meloni ha pure messo a punto delle misure importanti legate all’occupazione.

Al riguardo, la misura che fa più discutere è quella relativa al reddito di cittadinanza. In quanto dal prossimo anno la durata di erogazione del sussidio sarà ridotta per chi è occupabile. Al fine di incentivare i percettori abili al lavoro, di conseguenza, a trovare un’occupazione.

Cosa conviene tra lavoro dipendente e quello autonomo con la Legge di Stabilità per il 2023

Inoltre, sono arrivate misure importanti sia per il lavoro autonomo, sia per quello dipendente. Per esempio, per i dipendenti è stato innalzato a ben 3.000 euro, per il 2022, il massimo ottenibile con i fringe benefits aziendali esentasse. Facendo rientrare nella misura, così come già disposto dal Governo di Mario Draghi, pure il pagamento delle bollette di luce, gas e acqua.

Ma detto questo, cosa conviene tra lavoro dipendente e autonomo? È chiaro che con un contratto a tempo indeterminato un lavoratore ha più tutele rispetto, per esempio, a un libero professionista.

Pur tuttavia, anche per gli autonomi ci sarà dal prossimo anno la possibilità di pagare meno tasse. E questo grazie, in particolare, alla flat tax estesa dal 2023. In quanto il limite annuo dei ricavi o dei compensi da rispettare passerà dai 65.000 euro del 2022 a 85.000 euro nel 2023. Ed a regime, inoltre, il Governo italiano intende innalzare ulteriormente l’asticella. Ovverosia, la soglia portandola, magari già dal 2024, a 100.000 euro.

Dalla flat tax incrementale a quella sui premi di produttività, ecco le novità dal 2023

In realtà, sulla flat tax gli interventi del Governo italiano sono tre. In quanto, oltre alla flat tax estesa a 85.000 euro c’è pure la flat tax incrementale. Applicata con una soglia a 40.000 euro sul reddito eccedente il massimo del triennio precedente. E la terza tassa piatta che è rappresentata da un’agevolazione che, invece, riguarda in questo caso i lavoratori. Precisamente, con la riduzione dal 10% al 5% del prelievo sui premi di produttività.

In più, con un unico intervento il Governo Meloni abbasserà il costo del lavoro alle imprese e ai lavoratori. Questo grazie al taglio del cuneo fiscale. Alzandolo a tre punti rispetto ai due punti di taglio del cuneo fiscale già varato dal precedente Governo italiano guidato dall’ex presidente della BCE Mario Draghi.

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