Conto corrente cointestato: difendere i propri soldi dall’appropriazione indebita

banche conto corrente

Quando si deposita una somma di denaro su un conto corrente cointestato, c’è il rischio di subire un prelievo sulla quota? Che succede nei casi di appropriazione indebita da parte del cointestatario? Come fare per tutelare i propri risparmi senza rinunciare ai vantaggi offerti dal conto cointestato? Di seguito cercheremo di sciogliere i dubbi relativi al conto cointestato e a come evitare i principali rischi di appropriazione indebita.

Cosa fare per impedire il prelievo indebito di denaro

Quando due o più persone decidono di cointestare un conto corrente, stabiliscono che sullo stesso possano confluire i risparmi di ciascuno. È il caso di società, coniugi o familiari. Tuttavia, accade talvolta che tale formula di deposito esponga ad alcuni rischi. Per quanto riguarda il conto corrente cointestato: difendere i propri soldi dall’appropriazione indebita è possibile seguendo alcune mosse.

Come molti sapranno, la banca non può impedire ai cointestatari le movimentazioni sul conto corrente. Di sicuro, la scelta della firma congiunta o disgiunta offre una più o meno marcata limitazione alla libertà di ciascun titolare. Difatti, la firma congiunta prevede che un intestatario possa compiere una operazione soltanto previa autorizzazione dell’altro.

Come difendersi dall’appropriazione indebita

Per quanto riguarda il conto corrente cointestato: difendere i propri soldi dall’appropriazione indebita è possibile in presenza di alcuni vincoli. Difatti, secondo quanto stabilisce la Legge: una volta che si deposita del denaro sul conto in questione, questo diventa di proprietà dei rispettivi titolari secondo le rispettive quote equidivise. Per sapere se i soldi depositati sul conto cointestato equivalgano anche ad una donazione, si può approfondire qui.

Questa norma è valida fino a prova contraria, ossia fino a quando si dimostri che la cointestazione fittizia. Immaginiamo l’esempio di un genitore che abbia un conto cointestato col figlio sul quale confluisce unicamente la sua pensione. In questo caso, il figlio non può rivendicare alcun diritto sul denaro depositato.

Nel caso in cui, tuttavia, si verifichi una appropriazione indebita, l’altro titolare del conto può agire in due modi distinti:

  1. intraprendere un’azione civile di restituzione del denaro;
  2. intraprendere un’azione penale nei riguardi del reato di appropriazione indebita sporgendo denuncia in alcuni casi.

Questi casi possono verificarsi solo se il conto corrente è a firma disgiunta.

È bene ricordare che nella misura in vi sia la firma disgiunta, la banca non ha alcuna responsabilità nei riguardi dei prelievi effettuati.

Attenzione ai casi di decesso di uno dei cointestatari: gli eredi come possono difendersi?

Una situazione diversa si verifica al momento del decesso si uno dei cointestatari. Se l’altro titolare, al momento della morte dell’uno, effettua un prelievo, gli eredi non potranno sporgere una querela. Secondo quanto stabilisce l’articolo 126 del codice penale, il diritto di querela decade alla morte dell’interessato. Tutto quello che gli eredi potranno fare al riguardo, sarà intraprendere azione civile nei riguardi del responsabile.

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