Da uno studio effettuato da Federconsumatori emerge un’amara realtà: oggi i gelati non solo costano di più, ma le “palline” si sono stranamente rimpicciolite. Chi ricorda quando un cono costava 1000 lire, o addirittura 120 lire, oggi rabbrividisce al confronto: in media ci vogliono 2,9 euro e ciò che è più triste è che dopo aver mangiato il gelato rimane la voglia.
Quanto costa oggi un cono, e di quanto è aumentato dal 2002
In estate il consumo di gelato aumenta, e per gli italiani si tratta di una piacevolissima routine al pari quasi della tazzina di caffè. Ma come accade praticamente per tutti i prodotti, anche la crema rinfrescante poggiata sulla croccante cialda costa sempre di più. Le motivazioni ormai le conosce anche un bambino: aumenta l’inflazione, e dunque il prezzo degli ingredienti base come il latte, lo zucchero, la frutta o il cacao, poi c’è l’energia impiegata per la produzione, le tasse da pagare… e gli amanti del cono pagano tutto questo, anzi, forse di più.
Perché da un’analisi di Federconsumatori emerge che oltre a inflazione (e speculazione perché quando aumenta la richiesta aumenta anche il prezzo) si sta verificando un’altra dinamica: lo shrinkflation, o “sgrammatura”, per usare un termine pronunciabile più facilmente. Lo shrinkflation è un fenomeno in ampia crescita, e oggi colpisce anche il comparto dei gelati. A dir la verità, sia quelli industriali che quelli artigianali.
- In sostanza, oggi un cono piccolo costa in media 2,9 euro, a differenza del 2002 in cui il prezzo medio si assestava intorno a 1,5 euro.
- Il cono medio, sempre nel 2002 costava 2,5 euro e oggi 3,95 euro.
A livello percentuale, si è assistiti ad aumenti generalizzati del 9% annuo, quindi ben superiore all’inflazione, mentre dal 2002 ad oggi si parla di un +138%. Una vera mazzata per tutti gli italiani, che nonostante i rincari vogliono ancora concedersi una coccola fresca che sa di vacanza. Purtroppo, a caro prezzo.
I rincari colpiscono anche gelati a stecca e vaschette
Se gli aumenti della produzione artigianale possono sembrare “fisiologici”, quelli del comparto industriale stridono di più. I rincari, sottolinea sempre Federconsumatori, hanno coinvolto tutti i tipi di gelati, e in misura maggiore proprio quelli “confezionati”. Prendendo sempre ad esame il periodo 2002-2025, ecco le cifre record:
- i gelati confezionati a stecca sono passati da una media di 0,9 euro a 2,8 euro;
- i coni industriali sono passati da 1,2 euro a 2,5 euro;
- le vaschette di gelato sono passati da 2,49 euro a 7,98 euro.
Dulcis in fundo, ma in realtà si tratta di un sapore molto più amaro, c’è da ricordare che i gelati industriali hanno mantenuto i medesimi livelli di qualità, ma si sono rimpiccioliti addirittura del 15%, e se poi parliamo di quelli gourmet il fenomeno è ancora più evidente. In conclusione, presto il gelato potrebbe diventare un lusso per pochi e sarà sempre più lontano il periodo in cui, con sole mille lire, si poteva gustare una prelibatezza artigianale di ineguagliabile bontà.