Con cuore affaticato o persistenti aritmie si può andare prima in pensione INPS presentando questa richiesta

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Le persone che soffrono di patologie particolarmente invalidanti nella vita quotidiana e lavorativa possono accedere a diverse agevolazioni sul piano previdenziale. Una di queste è la maggiorazione contributiva che consente ai lavoratori invalidi di ricevere un versamento aggiuntivo sui contributi utili ai fini pensionistici. In presenza di determinate condizioni il lavoratore può presentare istanza per ricevere l’agevolazione specifica. Nella seguente guida vediamo alcuni esempi di malattie cardiache che in base alle tabelle INPS potrebbero dar corso alla presentazione della domanda. Con cuore affaticato o persistenti aritmie si può andare prima in pensione INPS presentando questa richiesta.

Quali agevolazioni per gli ammalati cardiopatici

Le malattie cardiovascolari rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria, dato l’aumento esponenziale che si registra nella popolazione. Alcune di queste patologie che colpiscono il sistema cardiocircolatorio possono dare accesso alla pensione di invalidità INPS. In simili condizioni è utile monitorare costantemente il proprio stato di salute e prestare attenzione anche a quelli che sembrano essere sintomi apparentemente innocui. Come hanno sottolineato dall’American College of Cardiology talvolta la spia di malattie cardiovascolari potrebbe essere un certo valore del sangue spesso trascurato. In quest’ottica, i lavoratori che presentano determinate condizioni cliniche invalidanti, possono ricevere delle agevolazioni previdenziali.

Con cuore affaticato o persistenti aritmie si può andare prima in pensione INPS presentando questa richiesta

L’articolo 80, comma 3, della Legge n. 388/2000 garantisce diverse tutele ai molti contribuenti che presentano una capacità lavorativa fortemente ridotta. Una di queste è la maggiorazione contributiva, come spiega la circolare INPS n. 29/2002. Essa consente di ricevere 2 mesi di contributi figurativi INPS per ogni anno di lavoro prestato presso amministrazioni pubbliche o private.

Il beneficio spetta nel limite massimo di 5 anni. Per i periodi di lavoro inferiori ad un anno, la maggiorazione si calcola aumentando di un sesto le settimane di servizio prestato. Possono accedere alla misura tutti i lavoratori che possiedono un’invalidità civile pari ad almeno il 75% di qualsiasi natura. Oppure, coloro riconosciuti sordi o invalidi di guerra o a causa di servizio.

Ai non vedenti si applicano misure agevolative differenti. Tali contributi servono ad aumentare l’anzianità contributiva per raggiungere prima il pensionamento e si applicano ai periodi effettivamente lavorati. Come detto, quest’agevolazione spetta per qualsiasi forma di invalidità pari ad almeno il 75%.

La regola vale anche per le cardiopatie dunque. Stando a quanto indicano le Tabelle Ministeriali, le patologie cardiovascolari alle quali si assegnano punteggi di invalidità civile superiori al 74% sono diverse. Si tratta di aritmie gravi a pace maker non applicabile, miocardiopatie o valvulopatie gravi o gravissime, coronaropatie gravi o trapianti complicati. È importante che il contribuente verifichi l’effettivo possesso dei requisiti lavorativi, sanitari e assicurativi per accedere all’agevolazione.

In tal caso, egli potrà presentare istanza per il riconoscimento dei contributi figurativi direttamente all’INPS. A coloro che risultano già titolari di alcune pensioni dirette o assegno ordinario d’invalidità non è possibile invece concedere la tutela.

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