Con 57 anni di età si può andare in pensione nel 2021?

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Uscire dal lavoro per accedere alla pensione all’età di 57 anni è possibile. Tra le tante riforme che hanno investito il nostro sistema previdenziale, nel 2018 è entrata in vigore una nuova misura. Nella prossima riforma pensione sicuramente questa forma pensionistica sarà rivista e potenziata con garanzia statale. Si tratta della RITA.

In più, c’è anche la pensione anticipata che non prevede il requisito anagrafico, ma prevede un requisito contributivo molto alto. Infine, solo per le donne, esiste una possibilità di accedere alla pensione con 58/59 anni. In quest’articolo, ci soffermeremo sul pensionamento con la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata formulando vari esempi e rispondendo alla domanda: Con 57 anni di età si può andare in pensione nel 2021?

Molti Lettori hanno chiesto agli Esperti di Proiezione di Borsa in cosa consiste questa misura, e quanto ammonta l’assegno erogato fino alla pensione di vecchiaia.

Con 57 anni di età si può andare in pensione nel 2021?

Prima di verificare tramite esempi a quanto ammonta la rendita che accompagna fino alla pensione di vecchiaia, bisogna specificare che è possibile accedere con 57 anni di età solo se si è disoccupati di lunga durata. Per lunga durata si intende minimo due anni. Mentre, chi lavora può accedere a 62 anni di età. Il requisito contributivo minimo è di 20 anni e bisogna aver versato minimo 5 anni di contributi in un fondo di previdenza complementare.

Detto questo, bisogna chiarire un altro aspetto fondamentale: maggiore sono i contributi versati nel fondo maggiore è la rendita percepita.

Questa misura è conveniente sotto l’aspetto fiscale, in quanto i contributi versati nel fondo sono deducibili, qui, tutte le informazioni.

RITA: esempi pratici

Quindi, alla domanda con 57 anni di età si può andare in pensione nel 2021? La risposta è affermativa, ma bisogna verificare la convenienza. Ecco due esempi: il primo riguarda un lavoratore che decide di accedere alla RITA a 57 anni e il secondo riguarda un lavoratore che decide di accedere a 62 anni.

Immaginiamo un lavoratore che da due anni è disoccupato, quindi ha 57 anni. Ha iniziato a lavorare a 19 anni e all’età di 25 anni ha contratto un fondo previdenziale. Ha sospeso il fondo nei due anni di perdita del lavoro, quindi, ha versato contributi per 30 anni accumulando un montante di 60.256 euro.

Quindi, mancano 10 anni dalla pensione di vecchiaia, è con il montante accumulato riversato al 100% della RITA, percepirà un importo annuale lordo di 6.026 euro e una rata trimestrale lorda di 1.506 euro.

Diversa la situazione di un lavoratore che decide di aderire alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata cinque anni prima della pensione di vecchiaia, quindi, a 62 anni. Ha accumulato lo stesso montante contributivo di 60.256 euro e converte il 100% del fondo nella RITA.

Percepirà una rendita annuale lorda di 12.051 euro e una rata trimestrale lorda di 3.013 euro.

Da questi calcoli si evince che l’età in cui si aderisce alla RITA è molto importante, più si è vicini alla pensione di vecchiaia più conviene.

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