Come il Fisco preleva le tasse sui risparmi e quando la tassazione sugli investimenti è agevolata  

tasse Fisco

In Italia le tasse non si pagano solo sui redditi, ma anche sui risparmi e sugli investimenti. Con livelli di prelievo e di tassazione che presentano un’ampia variabilità. Basti pensare che può scattare pure la patrimoniale sui conti correnti bancari e postali. Ovverosia, sui soldi tenuti parcheggiati in banca oppure alla Poste.

Così come, al giorno d’oggi, si pagano tasse elevate sui guadagni di Borsa. Ovverosia, sui guadagni derivanti dall’acquisto e dalla vendita di titoli azionari. In più, sono tassati pure gli interessi che maturano su strumenti e prodotti finanziari come i buoni fruttiferi postali e come i titoli di Stato. Vediamo di fornire, allora, una panoramica sull’attuale tassazione per gli investimenti e per i risparmi degli italiani.

Come il Fisco preleva le tasse sui risparmi e quando la tassazione sugli investimenti è agevolata

Nel dettaglio, la prima tassa da segnalare, anche se non si paga sempre, è come sopra detto la patrimoniale sui conti correnti. Attualmente pari, per i conti correnti dei privati e delle famiglie, a 34,20 euro l’anno. Quando la giacenza media annua supera la soglia dei 5.000 euro. Ci riferiamo, nella fattispecie, all’imposta di bollo sui conti correnti bancari e postali.

Su come il Fisco preleva le tasse sui risparmi, inoltre, c’è da dire che si applica un prelievo pure sul rendimento lordo dei titoli di Stato italiani e dei buoni fruttiferi postali, come sopra detto. La tassazione, nello specifico, è pari al 12,50% ed è più che dimezzata, e quindi agevolata, rispetto alla tassazione sul capital gain. Vediamo allora quante tasse paga chi investe in Borsa.

Per il trading online sui titoli azionari si paga il 26% sui guadagni, occhio pure ai libretti di risparmio

Sale, invece, al 26% la tassa sui guadagni da trading online sui titoli azionari, ovverosia la tassazione sul capital gain. Con l’aliquota che, tra l’altro, viene applicata pure sui dividendi. Ovverosia, il 26% come ritenuta a titolo di imposta sulle cedole. In caso di minusvalenze, ovverosia di operazioni in Borsa chiuse in perdita, l’investitore maturerà un credito che poi potrà compensare con successive plusvalenze da trading.

Inoltre, a differenza dei buoni fruttiferi, occhio alla tassazione sugli interessi maturati sui libretti di risparmio. In quanto questi attualmente sono tassati non al 12,50%, ma proprio al 26%. In più, si paga sul libretto di risparmio postale, al pari del conto corrente, pure l’imposta di bollo quando la giacenza media annua supera la soglia dei 5.000 euro.

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Molti rischiano di perdere diversi soldi depositati sul libretto di risparmio postale pagando fino al 26% di tasse se non prestano attenzione a questa cosa

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