Chi ha 15 o 20 anni di contributi INPS può anticipare il pensionamento se ha questi problemi di salute

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Quando gli anni di servizio si accumulano, talvolta non si sente più la grinta e l’energia dei primi tempi. Durante la carriera lavorativa può accadere che subentrino delle difficoltà connesse al proprio stato di salute che rendono sempre più difficile assolvere ai compiti quotidiani.

Laddove si presentino circostanze simili il lavoratore potrebbe beneficiare di una forma agevolata di pensione di vecchiaia che consente di collocarsi prima in quiescenza. Difatti, chi ha 15 o 20 anni di contributi potrebbe presentare la domanda di pensione in anticipo se sono presenti adeguati requisiti sanitari e assicurativi. Vediamo di seguito di cosa si tratta e chi può presentare domanda nel 2022.

Quali alternative per l’uscita dal mondo del lavoro nel 2022

Con l’introduzione di alcune novità sul campo previdenziale molti lavoratori quest’anno lasceranno il mondo del lavoro con differenti soluzioni. C’è chi può accedere a forme previdenziali percependo la pensione senza contributi e chi invece può contare sul versamento contributivo. Rispetto all’anno appena trascorso restano invariati i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria. Si uscirà dal mondo del lavoro all’età minima di 67 anni e con un montante contributivo pari ad almeno 20 anni. Come abbiamo illustrato in un precedente articolo, in alcuni casi bastano 20 anni di contributi per percepire una pensione di 1.300 euro nel 2022. Se è possibile contare su un simile accumulo assicurativo, a volte si potrebbe optare per un’ulteriore soluzione che consente l’uscita ad un’età precoce. Si tratta della pensione di vecchiaia anticipata per invalidità INPS.

Chi ha 15 o 20 anni di contributi INPS può anticipare il pensionamento se ha questi problemi di salute

Le pensione agevolata spetta ai lavoratori che hanno almeno 20 anni di contributi e presentano un’invalidità civile pari all’ottanta per cento o risultano non vedenti. Si tratta di una tutela che viene garantita dal D.lgs. 503/1992 ed offre l’opportunità di rendere più accessibile la pensione di vecchiaia. Infatti, i lavoratori che presentano simili requisiti possono accedere alla domanda a 56 anni se sono donne e 61 se sono uomini. Nel caso dei soggetti non vedenti l’accesso avviene a 51 anni per le donne e 56 per gli uomini. Un considerevole anticipo rispetto ai requisiti di vecchiaia ordinari.

In presenza di particolari condizioni, l’anzianità contributiva può scendere a 15 anni. Si tratta delle deroghe Amato che si applicano in tre differenti contesti. Nel primo caso si tratta di chi ha 15 anni di contributi versati prima del 1992, ossia 780 settimane. Nel secondo si tratta di lavoratori autorizzati al versamento dei contributi volontari entro dicembre 1992. nella terza ipotesi rientrano coloro che possiedono almeno 25 anni di anzianità contributiva di cui 15 effettivi e 10 di lavoro discontinuo.

La pensione di vecchiaia anticipata per invalidità si riconosce a quei lavoratori che risultano iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria INPS o alle forme ad essa sostitutive. Questo dunque esclude i lavoratori autonomi o dipendenti del settore pubblico. Per la verifica del requisito sanitario d’invalidità all’80% si prende in considerazione quanto disciplina la Legge n. 222/1984. Coloro che scelgono un simile trattamento dovranno attendere una finestra di 12 mesi. Ciò significa che il primo assegno previdenziale si riceve al trascorrere del periodo di finestra mobile.

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