Asperger, scrive libri e vende migliaia di copie. Ecco come un’ossessione diventa un lavoro

nicola pesce

Trentotto anni e una vita da protagonista. Di sé, prima di dire il suo nome, chiarisce: “Sono Asperger e gentiluomo”, perché sono due aspetti distintivi della sua personalità. Nicola Pesce scrive libri ma ne legge migliaia. L’ultimo di suo pugno è edito Mondadori e s’intitola “La volpe che amava le piccole cose”. Da poche settimane in libreria, ci sono giorni in cui risulta il testo più acquistato in Italia. La scoperta della sindrome di Asperger, l’accoglienza e la convivenza con tale patologia. Il racconto di sé e di come il tratto ossessivo del suo essere si trasforma in lavoro di successo.

Lei prima di ogni altra cosa dice: “Sono un Asperger e un gentiluomo”. Perché?

“Perché è così. Dico quello che mi riguarda. Quando ero più giovane ero convinto di avere un bruttissimo carattere. Ad esempio, se troppe persone parlavano in una stanza, io iniziavo ad essere scortese, inopportuno e pensavo fossi a dir poco scontroso. Poi ho scoperto che c’era un motivo ben preciso dietro quel tipo di reazione che mi sorprendeva, anche perché ho un’indole gentile e cortese.”

Qual è il motivo?

“Questo disturbo dello spettro autistico mi porta ad essere troppo attento ad ogni cosa, ad ogni parola. Quindi, se ci sono 10 persone che parlano e dialogano in un unico ambiente, io le seguo tutte. Questo mi fa impazzire. Oppure, se si parla con la TV accesa, io seguo entrambi in modo minuzioso ed è assurdo. Quindi la sindrome è una parte di me certamente significativa. Inoltre dico subito di essere Asperger perché molte mamme di bambini che vivono il mio stesso problema mi scrivono. Mi dicono che sono da esempio e quindi lo faccio anche per questo: per dire agli altri che, lavorando molto su di me, sono uscito fuori una persona decente con un minimo di capacità sociale. E questo dà una piccola speranza agli altri, così ho deciso di rendere pubblico e ben visibile tale aspetto.”

Come ha vissuto la sua infanzia prima di finire negli scaffali tra i libri più letti?

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Foto per gentile concessione di www.nicolapesce.it

“Fino a 30 anni ho vissuto anni molto particolari. Non ero capace di stringere amicizie e mi concentravo su tutto. Ogni cosa, ogni interesse diventa un’ossessione per me. Ad esempio mi piace leggere e ho letto migliaia di libri.”

Come ha capito di avere la sindrome di Asperger?

“Guardi, le persone mi parlavano ma io non sentivo, così mi facevo ripetere mille volte lo stesso concetto. Sono andato da un otorino che non ha trovato alcun problema all’udito. È stato lui a dirmi che poteva trattarsi di un tratto autistico. Così ho approfondito e sono stato seguito da professionisti specifici.”

C’è qualcosa di lei che trae una sorta di vantaggio da questo problema?

“Sì, nel senso che mi concentro molto in ogni cosa che faccio. Per me una passione, una mansione diventa un’ossessione e faccio tutto con la massima precisione. Sto cercando di delegare alcune mansioni ad altri, ad esempio, e per me è una fatica enorme perché mi riesce difficilissimo.” Così Nicola Pesce, scrittore, racconta il suo lavoro in relazione alla sua patologia: Asperger, scrive libri e vende migliaia di copie in tutta Italia.

In cosa invece lo penalizza?

“Raramente frequento più di una persona per volta e ho qualche difficoltà relazionale. Paradossalmente mi distraggo concentrandomi molto. Io faccio una cosa per volta. Non riesco a fare più cose perché ogni occupazione è un’ossessione. Ad esempio, mi è difficile uscire fuori a cena con un amico e non pensare a qualcosa che stavo facendo a casa. Spesso, solo con la scrittura riesco ad aprirmi e raccontarmi. Però ogni giorno lotto per cercare di non far diventare eccessivamente dominanti queste particolarità che mi riguardano.”

Lei Asperger, scrive libri e vende migliaia di copie. Era quello che voleva fare da grande?

“Da piccolo pensavo di voler leggere e scrivere. Poi deve sapere che, oltre ad essere Asperger, fino ai 10 anni circa mi ammalavo spessissimo perché alla nascita ho respirato l’anestesia che hanno fatto a mia madre. Così durante l’infanzia ho avuto un po’ di problemi di salute. Adesso sul fronte delle malattie infettive sono diventato per così dire immortale. Non mi ammalo mai. Non so se sono già grande. Per adesso mi piace scrivere e mi aiuta molto a stare bene con la mia testa.”

È anche la sua fonte di guadagno?

“Adesso sì. Guadagno benissimo, ma ho impiegato vent’anni di sacrifici.”

Il suo ultimo libro si intitola “La volpe che amava le piccole cose”. In un testo precedente ricorre sempre alla volpe nel titolo. Come mai?

“Guardi, io vivo in una casa di campagna e intorno c’è una natura per così dire selvatica. Quando pensavo questo libro ero nella villa e mi è venuta a trovare una volpe. In qualche modo mi ha fatto compagnia e così mi è venuto di parlare della volpe.”

Perché sceglie gli animali e non le persone nel suo libro?

“Faccio parlare gli animali perché le persone hanno perso l’abitudine di ascoltare. Quindi far parlare un animale attira di più il lettore. La storia ha per protagonista una volpe, appunto, che cerca un’altra volpe che amava e poi ha perso. Contemporaneamente sia lei che altri cercano sé stessi.”

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Foto per gentile concessione di www.nicolapesce.it

Il testo è edito Mondadori. Come li ha convinti?

“Li ho cercati per una vita ma non mi hanno mai risposto, adesso mi hanno cercato loro. Ho trovato una famiglia amorevole e non un colosso senza cuore. Intanto abbiamo fatto una presentazione a Milano e nei prossimi giorni sarò in Sicilia e a Roma.”

Si è mai innamorato?

“Tutti i miei libri parlano di una bimba, una ragazza o una donna dai capelli rossi. Secondo Lei sono innamorato?”

La sua giornata tipo invece?

“Mi sveglio poco prima delle 7:00 e faccio colazione guardando un film sovietico o una serie TV russa in lingua madre. Alle 8:00 sono al lavoro per la mia casa editrice e per tutta la giornata poi rispondo a qualche mail. Verso le 10:00 mi dedico ai miei social, creo post quotidiani, leggo e rispondo ai commenti. Poi passo un paio d’ore a registrare dei video in cui leggo dei libri, nonostante io odi apparire. Dopo pranzo un sonnellino e si corre in palestra, dove mi alleno con serietà come pugile dei pesi massimi. Al ritorno, vasca da bagno e un libro da leggere! Dopo essermi preparato una buona cenetta, guardo un film mentre in piedi impacchetto dei libri per Natale, con tanto di fiocchetto di spago e frase a sorpresa (prevedo di venderne cinquemila prima delle feste). Alla fine di tutto questo, bevo un bicchiere di qualcosa e mi metto a scrivere a mano finché mi va. A letto poi leggo ancora.”

La sua carriera è anche una testimonianza. Asperger, scrive libri e vende migliaia di copie. Così Nicola Pesce dimostra come si può trarre vantaggio e volgere in positivo quella che lui definisce “una mente sbilanciata”.

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