Altro che tossici, ecco i segreti rivoluzionari degli abiti Shein che costano poco e piacciono ai vip

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Potrebbe anche trattarsi di un’accusa infondata e per capirlo andiamo alla fonte ufficiale. La show girl Belen Rodriguez sponsorizza gli abiti del marchio Shein e, secondo alcuni, diversi followers riserverebbero al brand commenti non proprio lusinghieri. E cioè lamenterebbero la presunta assenza di sostenibilità e il presunto sfruttamento dei dipendenti. Belen già in passato indossa abitini del celebre brand che fattura cifre da capogiro. Come lei, anche il figlio di Gigi D’Alessio, LDA (Luca D’Alessio), che indossa capi urban e anche attraverso l’abito cerca di definire e sfoggiare una sua identità.

La strategia innovativa che spiazza i competitor

Di fatto sono gli abiti più cool del momento e costano pochissimo. Spesso meno di altri marchi low cost e secondo alcuni i capi del brand che nasce in Cina sarebbero tossici. Cerchiamo di capire perché costano quasi quanto una ricca colazione al bar. Roba da mandare in tilt l’impero dei più rodati marchi dal costo accessibile ai più. Dal sito ufficiale del colosso ricaviamo le informazioni di dettaglio. E, altro che tossici, ecco i segreti rivoluzionari di Shein. Attentissima ai trend, la strategia aziendale punta su una produzione on demand, su richiesta, in modo da ridurre gli scarti di produzione. E già tale aspetto permette di abbattere di molto i costi di produzione. “Iniziamo producendo un piccolissimo lotto di ogni modello (100 o 200 pezzi) e valutiamo la risposta del mercato in tempo reale”, scrive il Gruppo.

Altro che tossici, ecco i segreti rivoluzionari dei vestiti che piacciono da morire

Sempre dal sito ufficiale apprendiamo che Shein presta attenzione alla pratica “responsabile” lungo tutto il ciclo di vita e nelle operazioni necessarie alla realizzazione dei capi. Ad esempio, utilizza la stampa tessile digitale che, solo nel 2018, consente un risparmio di acqua di circa 40 miliardi di litri. Questa tecnica permette anche un impiego minore di colore, che si stima intorno al 10%.

Altra novità fa riferimento ad evoluShein, una nuova linea che si basa su tessuti ecoconsapevoli spedita con imballaggi riciclati al 100%. I dati sono pubblici e chiunque può prenderne visione. In merito al presunto sfruttamento dei lavoratori, il gruppo rende noto che ogni anno in occasione del Capodanno cinese distribuisce doni ai dipendenti e alle loro famiglie. Inoltre, per sostenere la formazione dei bambini, figli degli operai, ogni anno stanzia cifre considerevoli per supportare la crescita educativa e professionale.

Altro forte abbattimento dei costi è rappresentato dalla piazza di vendita interamente online. I negozi fisici Shein non esistono. Fonti diverse parlano di un primo punto vendita fisico a Tokyo prossimo all’apertura, ma non ci sono riscontri ufficiali della notizia. Pare solo che vengano creati negozi occasionali. Pop up Stores che rimangono attivi per alcune settimane, con lo scopo di consolidare il brand.

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