Ai cittadini stranieri arriva l’assegno sociale INPS ma solo se rispettano queste regole

Ai cittadini stranieri arriva l’assegno sociale INPS

L’assegno sociale è un sostegno economico per chi vive situazioni disagiate. Il legislatore lo ha previsto non solo a favore dei cittadini italiani ma anche stranieri purché venga rispettato questo requisito. Ecco le modalità per verificarlo e valutare l’eventuale sua interruzione.

Un obiettivo fondamentale del nostro Ordinamento è fornire tutela alle persone più fragili garantendo un’esistenza dignitosa. Ha previsto infatti molteplici misure per migliorare la qualità della vita di chi è in difficoltà per gravi condizioni fisiche dovute all’età o a menomazioni. Allo stesso tempo ha previsto varie forme di sussidi per chi invece si trova in condizioni economiche disagiate, tra queste spicca l’assegno sociale. Ovvero, una prestazione economica erogata a domanda per i cittadini italiani e stranieri che vivono in condizioni economiche disagiate, con redditi inferiori a determinate soglie. A fronte di numerosi dubbi interpretativi da parte degli utenti e delle Strutture territoriali, l’INPS con la circolare n. 131/22, fornisce dei chiarimenti resisi necessari. In particolare relativi all’applicazione dell’art.20 del D.L. n.112/2008 che ha introdotto ai fini del suo riconoscimento, un ulteriore requisito. Ovvero, il soggiorno legale e continuativo per almeno 10 anni.

Ai cittadini stranieri arriva l’assegno sociale ed ecco le condizioni per ottenerlo

Oltre ai cittadini italiani, l’assegno spetta anche i cittadini dell’Unione europea, extracomunitari loro familiari, della Repubblica di San Marino, svizzeri e dello Spazio Economico Europeo. Nonché ai cittadini stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria e rispettivi coniugi ricongiunti. Infine ai cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo. Il D.L. n.112/2008 all’art. 20 ha previsto come ulteriore requisito, il soggiorno legale e continuativo nel territorio dello Stato per almeno 10 anni. 

Soggiorno legale e continuativo nel territorio dello Stato per 10 anni

Soggiorno legale e continuativo nel territorio dello Stato per 10 anni-proiezionidiborsa.it

Tuttavia tale previsione non fornisce alcuna indicazione sulle modalità di verifica della continuità del soggiorno, senza considerare le eventuali cause d’interruzione. L’INPS pertanto ritiene che possa applicarsi quanto stabilito dal “Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”. Ovvero le disposizioni relative al rilascio del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Ecco cosa dovrà intendersi per continuità

Per calcolare il periodo continuativo, bisognerà suddividere il decennio in due periodi quinquennali consecutivi e verificare le ipotesi interruttive della continuità per ogni singolo quinquennio. In particolare, la continuità s’interromperà nelle ipotesi in cui l’assenza dall’Italia sia pari o superiore a 6 mesi continuativi, calcolati all’interno di ciascun quinquennio. Nonché se si è assenti dal territorio italiano per più di 10 mesi complessivi nel quinquennio. Pertanto il calcolo dei 10 anni ripartirà dalla prima data di presenza in Italia dopo l’interruzione. Non sono ipotesi d’interruzione, anche se superiori a 6 mesi, le assenze dovute ad obblighi militari, a gravi motivi di salute documentati. Nonché per motivi di lavoro all’estero o di formazione professionale. 

Interruzioni dovute a motivi di salute documentate

Interruzioni dovute a motivi di salute documentate-proiezionidiborsa.it

La verifica del requisito del soggiorno legale e continuativo, autocertificabile dall’interessato, spetta alle Strutture territoriali attraverso l’acquisizione del certificato storico di residenza dal Comune. Pertanto ai cittadini stranieri arriva l’assegno sociale, solo qualora sia rispettato questo requisito.

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