A rischio l’assegno INPS di chi ora rifiuta le proposte di lavoro del reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanza

Gli Esperti di Redazione avvertono che è a rischio l’assegno INPS di chi ora rifiuta le proposte di lavoro del reddito di cittadinanza. Le casse dello Stato si stanno prosciugando a seguito della tempesta finanziaria che la presenza del Covid-19 sta determinando. Il Governo sta mettendo in campo enormi risorse economiche per offrire sostegno e misure assistenziali alle famiglie con un reddito basso. Indennizzi, bonus, agevolazioni fiscali e ammortizzatori sociali stanno supportando i contribuenti italiani che più di altri fronteggiano le difficoltà economiche della quotidianità.

L’aumento delle richieste del reddito di cittadinanza è uno specchio dell’attuale precarietà economica in cui versano moltissime famiglie. Le somme di denaro da erogare come integrazione al reddito familiare pesano sulle finanze dello Stato in misura non trascurabile. Di qui la necessità di misure più severe e controlli a tappeto per chi percepisce il sussidio statale. Difatti è ormai a rischio l’assegno INPS di chi ora rifiuta le proposte di lavoro del reddito di cittadinanza.

Soprattutto in un momento storico in cui occorre intervenire a sostegno anche di chi non ha più un’attività lavorativa e deve trovarne un’altra. Del resto neanche chi percepisce la ricarica del RdC non può stare del tutto tranquillo perché potrebbero subentrare condizioni che determinano la decadenza dell’ammortizzatore. Vi consigliamo la lettura dell’articolo “5 ragioni per si rischia di perdere il reddito di cittadinanza” per tutelarvi dalla decadenza del diritto.

A rischio l’assegno INPS di chi ora rifiuta le proposte di lavoro del reddito di cittadinanza

Perderà il diritto al reddito di cittadinanza il percettore che rifiuta le offerte di lavoro che riceverà dal Centro per l’impiego. Questo è il punto di approdo di tante discussioni fra il premier Conte, il Ministro del Lavoro e il presidente della Anpal. Oltre che un’integrazione economica, il reddito di cittadinanza deve  servire come corsia preferenziale per il reinserimento nel mondo lavorativo.

Non sarà più possibile pertanto opporre rifiuti senza giusta motivazione alle proposte lavorative. Tra massimo 6 mesi una app nazionale consentirà il monitoraggio dei percettori che rifiutano l’occupazione e di qui scatteranno le verifiche. Pertanto chi rifiuta l’impiego senza avere una valida motivazione perderà immediatamente il diritto all’assegno del reddito di cittadinanza.

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