A febbraio arriva al cinema la storia dell’emigrato italiano che ha ispirato il personaggio di Rambo

A febbraio arriva al cinema la storia

Chi di noi non ha visto, almeno una volta nella vita, una scena dei film di Rambo? L’iconico personaggio, rappresentato da Sylvester Stallone che ha contraddistinto gli anni ‘80. Con il 1982 come anno della prima pellicola, replicata poi più volte, fino ad arrivare, addirittura, al 2019. In pochissimi sanno, però, che il ribelle, reso celebre dal grande attore americano, trae origine da una storia vera, con protagonista un italiano. Di cosa si tratta? Andiamo subito a scoprirlo.

Se il periodo natalizio è, storicamente, quello in cui si va maggiormente al cinema, sarebbe cosa buona e giusta non lasciare che sia l’unico durante l’anno. Infatti, il grande schermo, con la sua atmosfera, non dovrebbe essere mai sostituito dalle varie piattaforme di streaming, perché è una forma di cultura e, come tale, non dovrebbe mai essere abbandonata. Anche se, economicamente, non è più molto vantaggiosa.

A febbraio, arriverà al cinema “Kill me if you can”, un film documentario su una storia italiana davvero particolare. Quella di un uomo, Raffaele Minichiello, nato in Italia ed emigrato negli Stati Uniti, che ha probabilmente ispirato gli autori della saga cinematografica Rambo.

Di famiglia campana, nasce nel 1949 in provincia di Avellino. Nel 1962 si trasferisce a Seattle, prendendo successivamente la cittadinanza americana. Parteciperà alla guerra del Vietnam a seguito della quale si renderà protagonista di un incredibile fatto di cronaca.

A febbraio arriva al cinema Kill me if you can

Il regista del documentario, Alex Infascelli, incontra Minichiello e lo intervista. La voce del protagonista diventerà l’io narrante di tutta la pellicola. L’infanzia trascorsa in un piccolo comune in provincia di Avellino, l’emigrazione in età adolescenziale verso gli States, dopo il terribile terremoto del 1962. L’inizio di una nuova vita, con tutte le difficoltà legate all’ambientamento e all’apprendimento di una lingua per lui assai complicata. Poi, nel 1967, la chiamata alle armi, in direzione Vietnam, per una delle guerre più assurde della storia.

Lo accoglie il reparto dei marines, che lo trasferisce in Oriente, ammirato dalla sua capacità di smontare e montare velocemente ogni tipo di arma. Per sua fortuna, la sua esperienza su suolo vietnamita sarà molto breve. Al ritorno negli Stati Uniti, egli si accorge di avere un credito di 200 dollari con lo Stato. Non solo, avrebbe voglia di ritornare in Italia, ma il governo americano respinge la sua richiesta.

Ritorno in America

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Chi è Raffaele Minichiello e perché avrebbe ispirato Rambo

Il suo malessere cresce fino a sfociare in un atto tanto storico quanto clamoroso. Minichiello decide di dirottare un aereo in partenza da San Francisco. La prima tappa è verso New York, poi ecco l’incredibile richiesta ai piloti: portarlo fino a Roma. Siamo di fronte al primo dirottamento intercontinentale della Storia. Arrivato nella Capitale, chiede una macchina per raggiungere Napoli, poi, nel bel mezzo della campagna l’abbandona per proseguire a piedi, fino a quando verrà catturato e poi condannato a 7 anni di reclusione.

New York

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Una storia davvero straordinaria che ha ispirato, qualche anno dopo, il personaggio ribelle di Rambo, anch’egli reduce dal Vietnam. 90 minuti di racconto che farà riflettere quanti decideranno di vedere questo documentario. A febbraio arriva al cinema la storia di Raffaele Minichiello, un film che non sarà famoso come quelli di Spielberg, ma che potrebbe suscitare davvero molta curiosità.

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